mercoledì 13 gennaio 2010

Una donna di nome Sibilla. FemminilMente la ricorda a 50 anni dalla sua scomparsa


Non so se sono stata donna, non so se sono stata spirito. Son stata amore».

Così nella lettera dell’11 Luglio del 1927 Sibilla Aleramo esprime la sua condizione esistenziale. Che cosa vuol dire essere una donna? Al cogito ergo sum di Cartesio sostituisce l’Amo dunque sono. L’amore non è solo quello dei «brividi nella carne», ma è ciò che la rende ogni volta nuova, libera, come ogni donna dovrebbe essere. Il cuore del femminismo con Sibilla Aleramo non consiste solo nell’assumere diritti e doveri degli uomini, non è cioè rendersi uguali agli uomini, ma poter essere libere di amare, vivere, e persino morire come una donna e, tutto questo per Sibilla, significa scrivere. Si può dire che l’amore è l’essenza della poetica di Sibilla Aleramo. «Il poco che una donna riesce a realizzare nel campo della poesia è il risultato di una tensione infinitamente più tremenda della tensione virile». La tensione prodotta dalla dimensione assoluta di un vivere diverso che Sibilla paga sulla propria pelle: «La società non mi perdona proprio questo, non mi perdona che io vada sola ed indifesa, io donna, e che così condanni implicitamente, anche in silenzio il suo modo d’essere, le sue corazze, i suoi pugnali, i suoi veleni. Non mi perdona, e si vendica, ed è logico». Sibilla inizia a scrivere poesie molto tardi: «iI canto si è sprigionato da me tardi, tanto tardi, quando mi son trovata per la prima volta lontana da ogni soggezione spirituale, lontana da tutti, sola, con tanto amore in petto, ma libera, nessuno vicino che potesse udire la mia voce, nessuno più che mi tenesse, timida, muta». Sibilla canta l’amore come canta il suo essere, melodia. Riguardo ai suoi amori: «E gli uomini han creduto che io perseguissi l’arte, la libertà, la voluttà... Ma nello stesso tempo vedevano su di me il segno ineffabile di qualcosa che trascendeva tutto ciò. Ali intorno alla fronte...Aliante mondo inespresso...Parole che furon visioni e ancor non dissi...Sono tutti motivi che ritornano nei miei poemi a grandi distanze». Sibilla canta la sua unicità, la sua particolarità e cerca e a volte trova nelle braccia degli uomini che ama ciò che la distingue da qualunque altra nell’atto dell’amore così come nell’atto creativo della sua poesia. «.. Diversa da ogni altra, insostituibile, sola e di me stessa signora» Anticipando di molti anni quello in cui ci riconosciamo donne al tempo d’oggi Sibilla Aleramo ci ricorda che l’amore, non esiste come valore assoluto, che può trovare espressione nell’arte, ma soprattutto che l’amore è l’invenzione di una donna. «Perché io son nata poeta, non santa».

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