venerdì 26 febbraio 2010

L'Ato idrico approva all'unanimità la proposta di rateizzazione del Comune di Piazza Armerina a favore delle utenze deboli


Comunicato stampa


Piazza Armerina, 26 febbraio 2010


Approvata all’unanimità la proposta dell’Amministrazione Comunale di Piazza Armerina di modifica del regolamento delle tariffe idriche delle utenze deboli.

Ieri l’Ato idrico, riunito in Assemblea, ha approvato all’unanimità l’introduzione di una nuova norma al regolamento delle tariffe idriche per le utenze deboli.
Già il 16 febbraio scorso Il Sindaco Nigrelli aveva chiesto al presidente dell’ATO idrico, Giuseppe Monaco, l’introduzione di una norma ad integrazione del regolamento per la rateizzazione degli arretrati.
Si tratta di una norma transitoria che consente alle famiglie che abbiano accumulato un debito superiore ai 1.000,00 euro e alle imprese che abbiano superato i 2.000,00 euro di arretrato di richiedere la rateizzazione fino a 12 mesi, termine che, in casi eccezionali e per importi superiori può essere ulteriormente elevato fino a 24 mesi.
L’Ato idrico aveva già introdotto con una deliberazione la possibilità di rateizzare il debito fino a 6 mesi, la norma inserisce la possibilità, per chi avesse già concordato le 6 rate, di portarle a 12, evitando così sperequazione di trattamento tra stesse categorie di utenti.
Nelle stessa seduta di Assemblea i soci hanno stabilito di prorogare i termini per la presentazione delle istanze di accesso alle agevolazioni previste dal regolamento, già scaduti a gennaio, fino al 30 settembre 2010.



Staff del Sindaco di Piazza Armerina

venerdì 19 febbraio 2010

Le parole hanno un peso




La parola ha un peso.


Non è mai leggera, non è mai un arredo. Una volta detta, una parola si fa strada nella mente, produce un pensiero, diventa azione. Le parole pronunciate non tornano indietro. Mai vista una parola ritornare nella gola di chi l’ha pronunciata o nelle dita di chi l’ha scritta. La forza delle parole è innegabile. Sta a noi non mettere la parola a servizio di quello che in Guerre Stellari era il lato oscuro della forza. Purtroppo in Italia il lato oscuro è alimentato fino all’ingrasso. Un esempio? Le sconsiderate reazioni dell’esponente della Lega Salvini dopo i fatti di Via Padova a Milano. Dopo la rissa tra maghrebini e latinoamericani (a seguito dell’omicidio di un ragazzo egiziano) la dichiarazione del Salvini è stata «rastrelleremo casa per casa» riferito agli immigrati. In una situazione delicata in cui serviva il buonsenso, si è invece usata la parola «rastrellamento». Poi è stata smentita. Ma il guaio è stato fatto lo stesso. Nessuno potrà cancellare quella parola. È stata pronunciata, sentita, sdoganata. E il passo dalla parola alla tragedia, dalla parola al campo di concentramento è breve. Questo genere di dichiarazioni non devono essere mai prese alla leggera, nascondono un abisso. Gli italiani dovrebbero essere i primi a indignarsi e a pretendere il rispetto per chi è morto a causa di quella parola. Vi faccio un esempio. Roma un sabato mattina di Ottobre, per gli ebrei è una doppia celebrazione il tradizionale Shabbat e il Succot, la festa del Pellegrinaggio. Siamo nel 1943. Alle 5.30 però gli abitanti del ghetto e non solo loro vengono arrestati. Molti saranno caricati sui treni per Auschwitz. Dovremmo rispettare i morti, dovremmo ricordare il passato, dovremmo non blaterare più parole a vanvera, mai più parlare di rastrellamenti.




Igiaba Scego

giovedì 11 febbraio 2010

Sesso, politica e videotape...


Basta con il politically correct. Oggi abbiamo deciso di essere scorrette, provocatorie, a tratti di pessimo gusto (quasi come lo sono gran parte degli uomini nella vita di tutti i giorni)...Partiamo dagli ultimi sviluppi della cronaca politica e non. E' mai possibile che in questo nostro povero, ma dal glorioso passato, Paese questi grandi/piccoli uomini di potere, questi uomini che ci comandano, che decidono del nostro destino, che con un semplice gesto sono in grado di produrre effetti anche devastanti sulle nostre povere vite, non facciano altro, tra una seduta parlamentare e l'altra, un consiglio d'amministrazione e l'altro, una sessione d'esame e l'altra, una riunione al vertice e l'altra...che andare a puttane?...

Ma dove lo trovano il tempo per fare il bene della collettività, quello della loro famiglia. quello dei loro amici, quello dei loro elettori, quello delle Istituzioni, quello dei loro partiti di riferimento, quello dei partiti alleati o alleanti? Dove lo trovano il tempo per riposarsi dalle immani fatiche che ogni giorno li attendono, passando oltretutto di talk show in talk show, da programmi di intrattenimento politrico a tribune politiche propriamente dette, da interviste sui maggiori quotidiani nazionali a dichiarazioni sulle televisioni anche straniere, per non parlare dei libri che riescono a scrivere nei ritagli di tempo. Poveri!...Forse però La Sibilla alfine ha trovato una risposta a tali quesiti. Siamo in tempi di crisi economico-strutturale. L'ultima barriera al fallimento dell'azienda Italia (per utilizzare un linguaggio caro al Presidente) è forse la neo-mania dell'Italiano medio, il gossip. Vedi a questo proposito il dilagare sul palinsesto televisivo di programmi puramente e squisitamente di stampo vojeristico (Grandi fratelli, Isole di famosi o presunti tali, Fattorie varie ed eventuali, Amici degli amici, Uomini e donne anche in versione terza età, Ballando con le stelle del firmamento e via dicendo). In un Paese fallocratico come il nostro, i nostri cari uomini di potere hanno pensato bene di sconfiggere la crisi creando gossip. E così, finalmente. la carta stampata italiana in caduta libera negli ultimi anni, la televisione generalista sovraavanzata dai palinsesti satellitari, i programmi di approfondimento politico che non interessavano più nessuno, come per magia hanno ripreso a respirare...Parlare o scrivere di Cinzia sotto il sole caraibico o visionare videotape su Brenda col suo uomo (si fa per dire!) o immaginare Patrizia sul lettone di stato o ammirare le foto del diciottesimo di Noemi contornata da amici e Papi o cercare di scoprire i nomi delle amichette di aspiranti Sottosegretari è diventato il nuovo traino dell'economia italiana. La crisi è solo roba per sfigati comunisti. Non esiste. Cosa dite? Che ci fanno gli operai di Termini Imerese sui tetti dei locali di mamma Fiat (che continua impunemente a percepire gli aiuti di Stato)? Domanda retorica e risposta scontata. Stanno lassù a guardare il Sole e l'altre stelle...

lunedì 8 febbraio 2010

Bit 2010: adesso si che mi vengono gli incubi.....

Piazza Armerina. “La grave situazione economica consequenziale ai consistenti tagli di somme dei trasferimenti regionali non ci ha consentito di poter predisporre l'allestimento di uno stand espositivo alla Bit che si svolgerà a Milano dal 18 al 21 Febbraio. Sono fortemente dispiaciuto di non aver potuto dare continuità al programma di promozione turistica iniziato l'anno scorso e che ha avuto grande successo”. Lo dice l’assessore al turismo della provincia di Enna Fabrizio Tudisco che però parla anche delle iniziative che l’ente sta mettendo in atto per la più grande manifestazione del turismo europeo. Non ci sarà lo stand ma verranno organizzate alcune conferenze stampa per portare a conoscenza gli operatori turistici degli eventi dell’ennese. Continua Tudisco “Gli eventi di portata internazionale che interesseranno la nostra provincia tra la fine del 2010 e l'inizio del 2011- mi riferisco alla Venere di Morgantina agli Acroliti e agli ori e argenti di Morgantina congiuntamente alla riapertura totale della Villa Romana del Casale dopo la ristrutturazione che tante polemiche ha suscitato, non potevano esimerci dal non organizzare - almeno - una conferenza stampa per informare la stampa specializzata in particolare, come la Provincia di Enna si prepara per accogliere il consistente flusso turistico che si spera possa rilanciare tutto il territorio provinciale. Alla BIT, nel padiglione 17 dell'assessorato regionale al Turismo, farà bella mostra di sè la copia 1/1 in vetroresina della Venere ed addirittura il Presidente della Regione Raffaele Lombardo aprirà ufficialmente le attività promozionali parlando dell'evento Venerdì 19 febbraio dalle ore 10.30 alle 12.00. La nostra conferenza – continua Tudisco - si svolgerà nella sala gialla dello stand Sicilia con gl'interventi del Presidente della Provincia Monaco e mio con la presenza dei Sindaci di Aidone, Piazza Armerina e Troina. Quest'ultima città si prepara a celebrare l'anno giubilare in onore di S.Silvestro patrono con una serie di eventi culturali di grande interesse ed è per questo che ho ritenuto importante parlare di Troina per attenzionare tutto il territorio provinciale. Al termine della conferenza stampa effettueremo, presso lo saletta riservata e in collaborazione con l'Istituto regionale della “vite e del vino” la degustazione enogastronomica dei prodotti tipici del territorio”. Dal blog di Agostino Sella



Non ci posso credere! Ditemi che è solo un incubo e che presto mi sveglierò e che a Milano alla BIT, che è una delle vetrine internazionali del turismo piu' importanti, non solo ci sarà lo stand della provincia di Enna ma ci saranno tutti i piu' preparati operatori del settore per pubblicizzare quello che si preannuncia essere l'anno degli eventi, l'anno che proietterà la nostra provincia nel panorama turistico internazionale con l'arrivo della Venere di Morgantina e la riapertura della Villa Romana del Casale, con gli Acroliti e gli argenti restituiti al nostro territorio... D'altronde siamo stati alla BIT per anni anche quando avevamo poco da promuovere e adesso mi dicono che la situazione economica non ci ha permesso di essere presenti con uno stand... ma stiamo scherzando? Forse i fondi potevano essere cercati e trovati anche con la partecipazione di sponsors esterni, magari risparmiando su altre manifestazioni.. Insomma, non mi basta che l'Assessore di turno si dica dispiaciuto. Dispiaciuto di che? Di non avere fatto abbastanza! Ditemi che non è vero che ci saranno solo conferenze stampa e degustazioni enogastronomiche tra Assessori provinciali e comunali ma che la nostra Provincia ha predisposto un ricco e articolato pacchetto turistico da vendere ai piu' importanti tour operator; ditemi che è solo un incubo e che presto arriveranno a darci una mano i cultural tourist management della cultura, profili in grado di valorizzare tutto ciò che parla di arte e cultura, professionisti in grado di promuovere il nostro territorio dal punto di vista artistico e culturale smettendo finalmente di affidare la promozione e la gestione del turismo a chi non sa nemmeno di cosa stiamo parlando...

Ditemi che presto potremo dimenticarci di quella stradella di campagna che ogni giorno viene percorsa da decine di pulman di turisti e che a breve partiranno i lavori per ospitare la Venere nella cittadina di Aidone. Ditemi, per favore, che i tavoli tecnici non faranno solo chiacchiere inutili ma che lavoreranno per risolvere i problemi che da decenni attanagliano il nostro territorio, dalla riapertura del museo Alessi alla fruizione della Castello di Lombardia, dal protocollo con la Curia per consentire l' apertura delle chiese ai corsi di lingue per accogliere i turisti stranieri... lavorare... lavorare... lavorare... Non basta immaginare orde di Cinesi o pullman di pellegrini, il turismo è altro e noi, dobbiamo ammettere, abbiamo qualche difficoltà nella gestione dello stesso... Se in questi 365 giorni - che è un tempo brevissimo - non saremo in grado di organizzarci in maniera seria e operativa forse è meglio che la Venere rimanga a Los Angeles nel suo bel museo di Malibu', la Villa Romana potremo darla in gestione ai Cinesi e potremo chiedere al critico d'arte che ci prometteva di far diventare Piazza Armerina la piu' bella tra le città d'arte la restituzione di tutto il denaro che gli abbiamo dato e che continuiamo a dargli...

Depressione: il cancro dell'anima...

"Sono certa di stare impazzendo di nuovo. Sento che non possiamo affrontare un altro di quei terribili momenti. E questa volta non guarirò. Inizio a sentire voci, e non riesco a concentrarmi. Perciò sto facendo quella che sembra la cosa migliore da fare. Tu mi hai dato la maggiore felicità possibile. Sei stato in ogni modo tutto ciò che chiunque avrebbe mai potuto essere. Non penso che due persone abbiano potuto essere più felici fino a quando è arrivata questa terribile malattia. Non posso più combattere. So che ti sto rovinando la vita, che senza di me potresti andare avanti. E lo farai lo so. Vedi non riesco neanche a scrivere questo come si deve. Non riesco a leggere. Quello che voglio dirti è che devo tutta la felicità della mia vita a te. Sei stato completamente paziente con me, e incredibilmente buono. Voglio dirlo – tutti lo sanno. Se chiunque avesse potuto salvarmi saresti stato tu. Tutto se n’è andato da me tranne la certezza della tua bontà. Non posso continuare a rovinarti la vita. Non credo che due persone possano essere state più felici di quanto lo siamo stati noi. V. "





Un'italiana su due considera la depressione più incurabile del tumore al seno, che spaventa soltanto una donna su quattro. Apparentemente si tratta di un dato sorprendente, che arriva dalla prima indagine nazionale su donne e depressione, promossa dall'Osservatorio Nazionale sulla salute della Donna (ONDa) e realizzata da Giuseppe Pellegrini, ricercatore sociale all'Università di Padova, intervistando 1.016 donne fra i 30 e i 70 anni.




Probabilmente, però, l'approccio diffuso a questa malattia, che è una malattia a tutti gli effetti, risente ancora oggi di tutta una serie di pregiudizi e condizionamenti culturali. Leggendo i dati raccolti da ONDa infatti un dato balza agli occhi e preoccupa: le donne che soffrono di depressione, oltre a ritenere la loro vita stravolta dalla malattia, in sette casi su dieci provano vergogna o senso di colpa. Le donne, che statisticamente della depressione sono le vittime più frequenti, sentono di non trovare attorno a sé la stessa comprensione che avrebbero se fossero malate di un tumore al seno o di qualsiasi altra malattia. Così, ancora oggi si sentono giudicate, provano vergogna e senso di colpa. la conseguenza più pericolosa di tutto ciò è che spesso decidono di non parlarne con nessuno. A questo proposito, un altro dato allarmante è costituito dal fatto che nel 2010 una donna con la depressione su sei non chiede aiuto. Così facendo, impedisce a sè stessa di guarire da una malattia che si può e si deve curare.




Vergogna, senso di colpa, paura: sono i sentimenti più diffusi nelle donne affette da depressione. A proposito della paura, essa probabilmente discende dal fatto che le donne conoscono gli effetti della depressione, sanno che si insinua nelle loro vite, alienandole: il 65% di loro l'ha vissuta sulla propria pelle o vista da vicino, su familiari o amici. Ma forse la temono soprattutto perché non hanno fiducia nelle cure. La maggioranza infatti pensa che le terapie possano contenere in parte le conseguenze della malattia, ma non risolvano davvero il problema. Oltretutto persino qualche studio recente ha alimentato dei dubbi in proposito, come quello condotto dall'Università della Pennsylvania, che ha coinvolto oltre 700 pazienti e che ha ipotizzato che gli antidepressivi siano efficaci soltanto nei casi molto gravi, mentre non siano determinanti nei casi lievi. A questo proposito, secondo la scuola di pensiero prevalente, nelle depressioni meno gravi, i farmaci e la psicoterapia si equivalgono e in alcuni casi la psicoterapia appare più utile. Invece, nei casi di depressione più gravi, i farmaci antidepressivi costituiscono una risposta molto valida, specie se associati alla psicoterapia. I dati mostrano che il 34% dei pazienti trattati con i farmaci guarisce e il 36% vede dimezzata l'entità dei sintomi. Se ai farmaci viene associata la psicoterapia, la percentuale dei pazienti che trae beneficio dalle cure sale a ben l'80%. Purtroppo però questo messaggio non viene percepito fino in fondo dalle donne, le quali mostrano da una parte un gradimento nei confronti del ricorso alla psicoterapia (85%), ma dall'altra una vera e propria sfiducia nei confronti del ricorso ai farmaci. Infatti, solo una su due crede che i farmaci possano fare la differenza, sebbene nelle forme medio-gravi siano indispensabili. Chi li ha provati però mostra di apprezzarli un pò di più.






Il dato che appare più sconsolante è che soltanto poco più delle metà dei pazienti arriva a curarsi, e di questi il 60% riceve trattamenti inadeguati o insufficienti. Conseguenza di queste risposte inadeguate è che il 30% dei pazienti affetti da depressione a un mese dall'inizio delle cure rinuncia a farsi curare e solo un paziente su tre segue la cura quanto e come si deve. Nelle donne tra l'altro, per motivi biologici c'è una maggiore sensibilità agli effetti collaterali dei farmaci, che inoltre hanno una diversa efficacia a seconda del momento della vita, ad esempio durante l'età fertile o in menopausa. Così molte abbandonano prima di ottenere un risultato.




La depressione è davvero il cancro dell'anima, un male sottile ma affilato, che impedisce a chi ne è affetto di vivere la vita. Forse, anche l'approccio a tratti superficiale a questa malattia ha contribuito non poco ad alimentare paure, angosce, vergogna nei soggetti malati di depressione o nei loro familiari. Ma la depressione non è una vergogna. E' una malattia. E come tale va affrontata dal paziente e dalle persone che ama. Come una qualsiasi altra malattia. Come un cancro al seno. Con paura ma anche con coraggio, con fretta di guarire ma anche con la dovuta pazienza, con i farmaci e con la psicoterapia. Purtroppo il decorso naturale della depressione come di qualsiasi altra malattia che non venga curata è la morte, in questo caso la morte provocata dallo stesso soggetto, il suicidio. Per questo è importante stare sempre all'erta e sapere riconoscere i segnali della depressione nelle persone che amiamo. Non dimentichiamolo: di depressione, se viene curata bene e in tempo, oggi si può guarire.
Dedicato a Virginia Woolf, e a tutte le donne che hanno provato almeno una volta nella loro vita il male di vivere...

"La bellezza del mondo ha due tagli, uno di gioia, l'altro d'angoscia, e taglia in due il cuore." Virginia Woolf