martedì 31 marzo 2009

Da Riace arriva una lezione di integrazione "equa e solidale" e nel canale di Sicilia si continua a morire

RIACE (REGGIO CALABRIA) - "Riace, paese dei Bronzi", recita il cartello d'ingresso al paesino della locride che era noto solo perché nel mare jonio vennero ritrovate nel 1972 le due famose statue oggi esposte al Museo di Reggio Calabria. Ma Riace è diventato, in verità, molto più famoso in questi mesi soprattutto perché i suoi 400 abitanti guidati da un sindaco coraggioso, Mimmo Lucano, hanno messo in atto un avveniristico progetto di integrazione con gli immigrati che sta facendo gridare al miracolo. Arrivano curiosi e giornalisti da tutt'Europa.
Cosa hanno fatto a Riace ma anche paesi vicini come Caulonia e Stignano? Una cosa assai semplice: grazie all'aiuto concreto della Regione Calabria gli immigrati lavorano in laboratori artigianali assieme ai giovani del paese; nelle case cadenti del centro storico del paese, abbandonate dagli emigrati calabresi finiti in Germania o a Milano, sono stati ricavati alloggi che vengono destinati agli immigrati. Il dato finale di tutta questa semplice operazione è che a Riace gli immigrati non solo non vengono cacciati ma al contrario accolti.
Nei vicoli di Riace è così un fiorire di questi minuscoli laboratori dove si lavora il vetro, l'argilla,i tessuti.
Nei laboratori della tessitura e della lavorazione del vetro - dove si sperimenta l'esperienza delle borse-lavoro finanziate dalla Regione - le ragazze eritree e somale hanno imparato a fare tappeti, cuscini, coperte apprendendo l'antichissima lavorazione della ginestra, e poi lampade, oggetti tipici. Tutto nella più assoluta normalità, che coinvolge ormai un centinaio di persone, ed in cui il vecchio borgo di origini magnogreche ha accettato questa inedita forma interetnica. "Riace -dice il sindaco Lucano - è la dimostrazione di quanto le paure dell'altro siano soltanto propagande politiche, usate in maniera strumentale. E soprattutto sono basate sulla non conoscenza. Quando le persone si conoscono in maniera graduale, con attenzione ai numeri (gli ospiti sempre in proporzione al numero degli abitanti) il pregiudizio svanisce anche in un territorio povero come il nostro. Anzi da noi i rifugiati sono diventati una vera e propria risorsa e i riacesi lo sanno bene. Molto più loro dei Bronzi che di fatto qui non li abbiamo mai visti. Con l'arrivo dei rifugiati si è creato un meccanismo virtuoso che ha rimesso in moto lo sviluppo locale. E ultimamente siamo anche diventati un modello esportabile, visto che la Regione Calabria sta lavorando ad una legge proprio sul modello "Riace". Le volontarie dell'associazione "Città Futura" aiutano l'inserimento e in un vecchio palazzo baronale del XVII secolo abbandonato, Palazzo Pinnarò, hanno anche aperto la scuola di alfabetizzazione per i bambini, molti dei quali nati in Italia, a Lampedusa o in altri centri di accoglienza.
Questo articolo stamattina stride con l'altro riportato su tutte le agenzie: 300 dispersi nel canale di Sicilia. Non è piu' tollerabile questa strage quotidiana. Dobbiamo fare qualcosa, pretendere che si trovino delle soluzioni diplomatiche. Non possiamo piu' far finta che tutto questo non ci tocchi. Non possiamo dimenticare che anche noi siamo stati un popolo di migranti. E' un appello il mio perchè si mobilitino gli uomini e le donne di questa terra . Voglio gridare BASTA con queste stragi. BASTA con questo silenzio che mi fa sentire complice di questo eccidio.

lunedì 30 marzo 2009

Il sorriso cura e fa bene anche quando è "finto"



La risata, addirittura anche quando è forzata cioé quando 'obblighiamo' i muscoli del viso a mascherarlo di allegria, è terapeutica per corpo e psiche, migliora l'umore e la resistenza allo stress, rende più sexy ma fa bene anche al cuore abbassando la pressione del sangue e, dulcis in fundo, 'addolcisce' il latte materno rendendolo uno scudo contro le allergie del neonato.


Il suo segreto? Ridere, è spiegato, in uno speciale sulla rivista americana Mind, rilassa i muscoli, mette in circolo molecole 'positive' come le endorfine, inoltre l'umorismo aiuta a guardare con distacco le piccole grandi noie di ogni giorno.


Uno studio recentissimo, pubblicato sull'International Journal of Obesity, ha dimostrato che ridere 15 minuti al giorno può permettere di perdere in un anno oltre due chili. Maciej Buchowski della Vanderbilt University presso Nashville, in Tennessee che lo ha condotto sostiene che ridere aumenta il battito cardiaco e impegna molti muscoli, producendo lo stesso effetto di una sana camminata.


E non è tutto, il sorriso alza la soglia di resistenza allo stress diminuendo l'ormone dello stress nel sangue, il cortisolo, ed alzando le difese immunitarie.

Chi non disdegna una risata vive meglio, ha più facilità nei rapporti sociali e, se è maschio, è anche più attraente.


Molti psichiatri usano la terapia del sorriso, anche in gruppo, per 'curare' la depressione lieve. Molto efficace contro disturbi psichiatrici anche gravi risulta essere il senso dell'umorismo e la capacità di sdrammatizzare: lo hanno dimostrato psichiatri dell'università tedesca di Marburg sostenendo che ridere diventa una strategia di distacco dai problemi e aiuta a vederli sotto un'altra luce.

Lo aveva capito anche Giacomo Leopardi, certo non famoso per la sua 'allegria', quando sosteneva che "chi ha il coraggio di ridere e' padrone del mondo". A distanza di tre secoli la scienza gli dà ragione.


E allora amiche e amici di FemminilMente , in un momento di crisi mondiale usiamo il sorriso per superare le difficoltà. Non costa niente e possiamo anche regalarlo agli altri..

martedì 24 marzo 2009

Con le moine Didima ruba il mio cuore...





A.P.V 210


Con le moine Didima ruba il mio cuore.
Dinanzi a lei tanto bella
sono
cera che al fuoco si scioglie.
È nera. Che importa?
Anche i carboni sono
neri.
Ma accesi splendono
come bocci di rosa.

Asclepiade

domenica 22 marzo 2009

Amicizia


Non posso darti soluzioni per tutti i problemi della vita
Non ho
risposte per i tuoi dubbi o timori, però posso ascoltarli e dividerli con te
Non posso cambiare né il tuo passato né il tuo futuro

Però quando serve starò vicino a te
Non posso evitarti di precipitare,
solamente posso offrirti la mia mano perché ti sostenga
e non cadi

La tua allegria, il tuo successo e il tuo trionfo non sono i miei
Però
gioisco sinceramente quando ti vedo felice
Non giudico le decisioni che
prendi nella vita
Mi limito ad appoggiarti a stimolarti e aiutarti se me lo
chiedi

Non posso tracciare limiti dentro i quali devi muoverti,
Però posso
offrirti lo spazio necessario per crescere
Non posso evitare la tua
sofferenza, quando qualche pena ti tocca il cuore
Però posso piangere con te
e raccogliere i pezzi per rimetterlo a nuovo.
Non posso dirti né cosa sei né
cosa devi essere
Solamente posso volerti come sei ed essere tuo amico.
In questo giorno pensavo a qualcuno che mi fosse amico

In quel momento sei
apparso tu...

Non sei né sopra né sotto né in mezzo non sei né in testa né
alla fine della lista
Non sei né il numero 1 né il numero finale e tanto
meno ho la pretesa
di essere il 1° il 2° o il 3° della tua lista
Basta
che mi vuoi come amico
Non sono una gran cosa,
Però sono tutto quello che
Posso essere



Jorges Luis Borges

venerdì 20 marzo 2009

L'0nda lunga della guerriglia...

Gli studenti dell'Onda sono dei «guerriglieri e verranno trattati come guerriglieri». Lo ha detto il ministro della Pubblica Amministrazione e l'Innovazione Renato Brunetta, al termine di una conferenza stampa a Palazzo Chigi tenuta insieme alla collega della scuola, Mariastella Gelmini.

Obama usa le parole del poeta Saadi "I figli di Adamo sono membra dello stesso corpo , create dalla medesima essenza"


Oggi, voglio rivolgere i miei migliori auguri a tutti coloro che celebrano Nowruz nel mondo. Questa festa è assieme un rito antico e un momento di rinascita, e spero che profittiate di questo periodo speciale dell’anno fra amici e con la famiglia.


In particolare vorrei parlare direttamente al popolo e ai dirigenti della Repubblica islamica dell’Iran. Nowruz è solo una parte della vostra celebre cultura.


Per secoli la vostra musica, la vostra letteratura, le vostre invenzioni hanno reso il mondo migliore e più bello.


Qui negli Stati Uniti, anche la nostra comunità è stata rafforzata dal contributo degli americani di origine iraniana. Sappiamo che siete una grande civiltà e i vostri successi hanno conquistato il rispetto degli Stati Uniti e del mondo.


Queste celebrazioni contengono la promessa di un nuovo giorno, la promessa di opportunità per i nostri figli, sicurezza per le nostre famiglie, progresso per le nostre comunità, pace fra le nazioni.


In questa stagione, che è quella dei nuovi inizi, vorrei parlare chiaramente ai dirigenti iraniani. Abbiamo gravi divergenze e si sono amplificate con il tempo. La mia amministrazione è ormai decisa a mettere in pratica una diplomazia che tratti la totalità dei problemi che abbiamo di fronte a noi, e a cercare di stabilire rapporti costruttivi fra Stati Uniti, Iran e Comunità internazionale.

.

Questo processo non farà progressi con le minacce. Cerchiamo invece un dialogo onesto e fondato sul mutuo rispetto. Anche voi avete una scelta da fare. Gli Stati Uniti vogliono che la Repubblica islamica d’Iran prenda il posto che le spetta nella comunità delle nazioni

Avete questo diritto, ma si accompagna a vere responsabilità, e quel posto non può essere ottenuto con il terrore e con le armi, ma con azioni pacifiche che dimostrino la vera grandezza del popolo e della civiltà iraniani. E questa grandezza non si misura con la capacità di distruggere ma con il vostro talento a costruire e creare. Così in occasione del vostro capodanno, voglio che voi, popolo e dirigenti dell’Iran, capitate il futuro a cui aspiriamo.


È un futuro di nuovi scambi fra i nostri due popoli e di maggiori opportunità di parternariato e di commercio. È un futuro in cui le vecchie divisioni saranno superate, in cui voi e tutti i vostri vicini e il mondo intero potranno profittare di una maggiore sicurezza e di una pace più grande. So che non sarà facile da ottenere. Alcuni affermano con insistenza che ci definiamo per le nostre differenze. Ma ricordiamoci delle parole del poeta Saadi, tanto tempo fa: " figli di Adamo sono membra dello stesso corpo, create dalla medesima essenza"


Con l’arrivo di una nuova stagione, questa preziosa umanità che condividiamo tutti ci torna in mente. E possiamo una volta di più invocare questo spirito auspicando un nuovo inizio


Eid-eh Shoma Mobarak

giovedì 19 marzo 2009

Non esistono “cani killer” ma Istituzioni latitanti


I casi di aggressione avvenuti in questi giorni a Scicli (RG) dovrebbero far riflettere tutte le amministrazioni comunali siciliane sull’urgenza, ormai inevitabile, di attuare le leggi contro il randagismo che vengono gravemente disattese. “Da anni assistiamo ad una politica irresponsabile di non-gestione del randagismo – denunciano i responsabili delle Associazioni animaliste e protezioniste - nonostante abbiamo continuamente avanzato proposte ed offerto collaborazione alle Amministrazioni comunali, troppo spesso sorde anche rispetto agli obblighi di legge in materia di randagismo”.

Non esistono “cani killer” ma Istituzioni latitanti.

La stragrande maggioranza dei comuni siciliani è inadempiente rispetto agli obblighi previsti dalla legge regionale 15 del 2000 e dalle precedenti norme risalenti al 1991 (legge statale sul randagismo n. 281) o addirittura al 1954 (regolamento di polizia veterinaria sui cani aggressivi)! Quella del randagismo in Sicilia è diventata un’emergenza per scelta delle amministrazioni comunali che scelgono di ignorare le leggi e si sono rifiutate di avviare misure di prevenzione del randagismo dando attuazione alle normative vigenti che pongono in capo ai comuni la sterilizzazione e l’identificazione, tramite microchip, dei cani privi di proprietario.

I Comuni, così come prescrive la Legge n.15 del 2000 devono, anche in consorzio tra di loro, progettare e costruire Rifugi Sanitari e per il Ricovero di cani e gatti. Tramite queste strutture i servizi veterinari delle ASL devono attuare interventi di controllo demografico delle popolazioni randagie così come sollecitato da anni anche dal Ministero della Salute, che con diverse circolari rivolte proprio alle amministrazioni del sud Italia ha qualificato la sterilizzazione dei randagi come un’azione di sanità pubblica urgente ed inderogabile.Le Associazioni animaliste sottolineano che “la sterilizzazione dei randagi è l’unico modo legale, razionale e produttivo per arginare la drammatica questione sempre più avvertita dai cittadini. Ma in Sicilia i Comuni e le ASL che attuano le sterilizzazioni si contano sulle dita delle mani; nessun comune attiva le polizie municipali per controllare se i cani di proprietà posseggano il previsto e obbligatorio microchip; non si disincentivano gli abbandoni né vengono adeguatamente perseguiti i reati di abbandono e maltrattamento di animali; non vi è nessuna cultura sul cane di quartiere o sulle colonie feline...


Chi paga le conseguenze di tutto questo? Cittadini e randagi naturalmente!


”Questi i punti-chiave che, secondo le Associazioni di volontariato animalista, devono divenire le priorità degli enti locali e delle ASL siciliane in tema di lotta al randagismo:

a) campagne massicce di sterilizzazioni dei randagi; riconoscimento e assistenza sanitaria delle colonie feline e dei cani di quartiere e liberi sul territorio comunale, come previsto dalle norme vigenti;

b) lotta al fenomeno degli abbandoni e per il controllo demografico degli animali d’affezione;

c) adozioni di cani e gatti ospiti dei canili/gattili privati e dei cuccioli randagi; chiusura dei canili-lager creati da speculatori che hanno trasformato il randagismo in un ricco business a spese dei fondi pubblici;

d) costruzione di rifugi sanitari e per il ricovero, pubblici, così come prevede la legislazione (es. creazione di strutture di parco-canile come alternativa al vecchio concetto di canile);

e) educazione al rispetto degli animali (programmi nelle scuole, nei quartieri) e al possesso responsabile di animali d’affezione (campagne e controlli per microchippare i cani, e diffusione della sterilizzazione).

e) pronto soccorso h24 con ambulanza attrezzata per animali incidentati o feriti;

f) educazione al rispetto degli animali (programmi nelle scuole, nei quartieri) e al possesso responsabile di animali d’affezione (campagne e controlli per microchippare i cani, e diffusione della sterilizzazione).

Di fronte agli avvenimenti tragici del ragusano sta emergendo la fobia e l’odio incondizionato contro i randagi, tanto che qualcuno paventa soluzioni sommarie e fai-da-te (polpette avvelenate, battute di “caccia al cane” ecc.): le Associazioni diffidano pubblicamente chiunque agisca in modo illegale avvelenando, cacciando o maltrattando gli animali, perché non è certo così che si risolve il problema.

Cittadini ed associazioni animaliste, invece, dovrebbero unirsi per fare emergere le responsabilità degli enti competenti che sono rimasti inattivi, veri responsabili di questa “emergenza”. Con l’odio e le “spedizioni punitive” non si sanano le inadempienze ma si colpisce ancora chi è di fatto la vera vittima: l'uomo e il suo migliore amico.

martedì 17 marzo 2009

Piazza Armerina - Riapre ufficialmente la storica "Fiera di Piazza", la più antica Fiera Zootecnica della Sicilia.

Giorno 29 Marzo 2009, ultima domenica del mese, presso l’area ex Siace, dopo la sua chiusura avvenuta nell’Ottobre del 2007, riapre la storica “Fiera di Piazza”, la più antica Fiera Zootecnica della Sicilia.

Esprime grande soddisfazione il Vice Sindaco della Città dei Mosaici, Teodoro Ribilotta, Assessore alle Attività Produttive e all’Ambiente: “Da oggi inizia un nuovo percorso per la nostra Città.

A pochi mesi dall’insediamento del Sindaco Nigrelli il programma elettorale sta diventando realtà. In questo caso si tratta di un obiettivo strategico, un evento che rappresenta un vero e proprio punto di partenza per la rinascita di Piazza Armerina. Nei prossimi mesi infatti nell’area ex Siace sorgeranno delle strutture e dei servizi innovativi che permetteranno alla nostra Città di fare un salto di qualità in campo economico, sociale, culturale, ricreativo e turistico.

Tutto ciò sarà possibile grazie al Protocollo d’Intesa siglato ad Ottobre tra il Comune di Piazza Armerina e l’Azienda Regionale Foreste Demaniali, finalizzato alla fruizione da parte della collettività dell’area ex Siace all’interno della riserva naturale orientata Rossomanno-Grottascura-Bellia.”

“Sono particolarmente soddisfatto per quanto riguarda il tema della tutela e del monitoraggio degli animali, in ottemperanza a quanto prescritto dall’A.S.L. 4 di Enna. Infatti – afferma Teodoro Ribilotta – per la prima volta nella storia della Fiera zootecnica la provenienza degli animali sarà rigorosamente tracciata e tracciabile, a differenza di quanto accadeva in passato, con vantaggi evidenti sotto il profilo sanitario. Inoltre sono state realizzate delle strutture che garantiranno agli animali una sistemazione rispettosa del loro benessere sotto tutti i punti di vista.”

“Vorrei – continua il Vice Sindaco - ringraziare la dirigente dell’Ufficio Attività Produttive, Dott.ssa Concetta Ciancio, il direttore della Fiera, Dott. Gioacchino Giunta e lo Staff che ha collaborato con me in questi mesi di intenso lavoro, composto dal Geom. Teodoro Ribilotta e da Cristina Marina Bellanti, Salvatrice Nicotra, Maria Teresa Leonardi, Rosario D’Agata.”
“Infine – conclude il Vice Sindaco Ribilotta – vorrei anticipare che per il giorno della riapertura della “Fiera di Piazza” stiamo predisponendo una serie di sorprese, volte ad intrattenere e rallegrare il pubblico.”


Assessorato alle Attività Produttive

Comune di Piazza Armerina

lunedì 16 marzo 2009

Il modello Catania?

Dopo qualche mese di stop ieri sera alle 21,30 è tornato in onda finalmente Report su Rai 3, il programma condotto da Milena Gabanelli. Puntata davvero interessante che ha tentato di svelare gli inquietanti retroscena del maxi buco economico-finanziario del Comune di Catania dopo la gestione Scapagnini. La puntata è stata emblematicamente intitolata "I Vicerè".

Di seguito riportiamo alcuni stralci tratti dal programma.





“Il professore Umberto Scapagnini, medico di fiducia di Silvio Berlusconi ha amministrato Catania per otto lunghi anni, dal 2000 al 2008 e - secondo l’autore dell'inchiesta Sigfrido Ranucci - ha lasciato un buco di bilancio di oltre 360 milioni di euro e un indebitamento complessivo di circa un miliardo di euro."




"Lo scorso inverno a causa delle casse vuote, Catania è rimasta al buio letteralmente. Il Comune non aveva pagato le bollette della luce: il segno più evidente di una città sull’orlo del fallimento. Duecento aziende fornitrici non sono state pagate, gli automezzi del trasporto urbano hanno viaggiato con l’assicurazione scaduta e a singhiozzo perché non avevano i soldi per pagare il gasolio, i servizi sociali non erano più in grado di fornire assistenza. Ancora oggi uffici giudiziari, scuole, commissariati rischiano lo sfratto perché il Comune da mesi non paga l’affitto."




"Catania è stata temporaneamente salvata da un decreto del Governo che ha elargito i 140 milioni che il Cipe aveva concesso per la realizzazione di alcune opere urgenti prelevandoli dai FAS (Fondi aree sottosviluppate), e destinandoli alla copertura dei disavanzi di bilancio degli anni passati evitando così al Comune di Catania la dichiarazione di dissesto finanziario."




"Come si è arrivati a questo? Come sono stati spesi i soldi che hanno provocato il buco? - ci si è chiesti durante la trasmissione - Una gestione fatta di opere inutili e abbandonate, milioni di euro spesi per piccoli appalti, consulenze e progetti mai realizzati, una gestione dei 4 mila dipendenti comunali che ha trasformato l’amministrazione catanese in un gigantesco pachiderma che costa 400 mila euro al giorno. "




"Umberto Scapagnini è stato poi nominato commissario straordinario per il traffico e per l’emergenza sismica: ma ha lasciato l’ ufficio con poche opere realizzate e molti debiti. Tutto - conclude l’autore Sigfrido Ranucci - in una città dove l’informazione è in regime di monopolio e ha un nome ben preciso: Mario Ciancio, editore e direttore de “La Sicilia”.




Amici di FemminilMente, ci chiediamo e vi chiediamo: secondo voi conviene ancora essere Comuni "virtuosi"?...

Ronda che ti passa...


giovedì 12 marzo 2009

Aureferenzialità: il male dell'Italia applicato al calcio






Un sistema-calcio intelligente si porrebbe molti interrogativi dopo questo 0-3 delle squadre italiane contro le inglesi negli ottavi della Champions League. Non cercherebbe subito degli alibi o delle attenuanti: che in fondo la Juve aveva disputato un'eccellente gara allo Stamford Bridge, che l'Inter ha lottato all'Old Trafford, che la Roma ha battuto all'Olimpico l'Arsenal. Nello sport se si vince, o si perde, sempre, anche se questo accade per un margine minimo, ha sempre una giustificazione tecnica. I club italiani forse non sono stati spazzolati via ma ugualmente hanno mostrato un'inferiorità chiara nelle sei partite e una capacità quasi nulla (eccetto forse i giallorossi a Roma e la Juve nei primi minuti contro il Chelsea) di ribaltare il destino degli incontri. Un sistema intelligente comincerebbe a chiedersi se il proprio calcio non sia sopravvalutato, spesso con molta enfasi proprio da sé stesso che si automagnifica, che autoalimenta reciprocamente il valore dei club (quelli eliminati in questi due giorni) come veniva gonfiato negli scambi il valore dei giocatori per truccare i bilanci. Si chiederebbe se la qualità individuale dei giocatori anche non sia sopravvalutata o, nel migliore dei casi, fraintesa, ignorando per di più quella degli altri e non sapendo più riconoscerla in giro per il mondo. Se la preparazione alle gare non sia insufficiente, allestendo sfide cerebrali nelle quali è più difficile perdersi che non trovare sul campo gli elementi essenziali per prevalere, a cominciare da sicurezza, determinazione, padronanza dei propri mezzi. Se la costruzione delle squadre non sia affidata a valori quali il gruppo, l'agonismo, mentre gli inglesi (quelli che una volta passavano per essere degli scarponi) ci insegnano che è soprattutto una straordinaria qualità tecnica individuale a fare da base per poi innalzare da lì un team di alto livello. E ancora, cosa si fa in Italia per avere squadre che possono andare in ogni stadio del mondo indifferenti all'ambiente che le circonda e correre e aggredire gli avversari, qualsiasi essi siano, dal primo all'ultimo minuto, con un ritmo che non conosce soste, come hanno dimostrato di saper fare il Manchester United e le altre (ma a quanto pare anche il Barcellona e il Bayern).
L'Italia può non sentirsi umiliata da queste tre eliminazioni ma sarebbe meglio che lo fosse, perché le loro origini sono chiare e inequivocabili: ma da oggi si tornerà solo a parlare di moviola e di arbitri (non senza ragione peraltro), in un sistema bloccato e senza idee...
Che dire? Il calcio come specchio dei tempi che sta attraversando il bel Paese?...

mercoledì 11 marzo 2009

Lady Oscar


Noi donne degli anni '70 abbiamo sempre avuto come modello Lady Oscar, un'eroina fiera, a tratti malinconica, con un tratto caratteriale mascolino, pronta a dare battaglia, a rinunciare ai privilegi pur di combattere a fianco del popolo. Un'eroina politica ante litteram, per così dire...


Ero solo una bimbetta di 5 o 6 anni quando Lady Oscar conquistò la mia attenzione ed il mio cuore di donna...così come quelli di tante mie coetanee...



Oggi leggendo il giornale apprendo che vengono celebrati da un'importante mostra i vent'anni di manga in Europa. Vent'anni da quel 1989, quando Jacques Glénat andò in Giappone a promuovere il fumetto franco-belga, e se ne tornò con Akira: 2000 pagine di fantascienza giapponese che cambiarono la storia del fumetto in Europa. Bruxelles festeggia questa "invasione" con una esposizione al Belgian Comics Center, che inaugura l'11 marzo per chiudere il 7 giugno prossimo. La mostra di Bruxelles cade nell'anno del cinquantenario dei Puffi, di cui il Belgio è patria, come di Tintin e Lucky Luke. Senza dimenticare che la prima "invasione" dei manga avvenne coi cartoni animati negli anni '70 e '80, quando le neonate tv private si accaparrarono i vari Uomo Tigre, Daitarn 3, Ryu, e la nostra tv di stato trasmise Goldrake e Mazinga Z, Heidi e Remi e appunto Lady Oscar. I giapponesi erano allibiti da tanto interesse, i palinsesti si riempivano a prezzi che poi salirono di parecchio...


Lady Oscar, la donna del mistero...perfetta, sensuale, carismatica, concreta...una candidata perfetta per la segreteria del PD...

Vasco e Piazza Armerina...




Vasco canterà al concerto del Primo Maggio e sarà l'unica sua esibizione dell'anno. Considerando che il concerto è gratuito è che in tutta Italia c'è un folto e fedelissimo pubblico che segue Vasco ovunque, non è difficile prevedere che se normalmente il concerto del Primo Maggio attira alcune centinaia di migliaia di giovani, questa volta l'afflusso sarà a dir poco raddoppiato.


Dunque Roma diventerà il luogo di una giornata davvero speciale, ovvero dell'unico evento in grado di contrastare l'invasione delle rockstar internazionali che a Giugno e Luglio sbarcheranno negli stadi del nostro Paese.


Certamente il fatto che Vasco aderisca al Primo Maggio, a un concerto organizzato dai tre sindacati maggiori, con un'inevitabile segno politico, accentuato dal fatto di essere organizzato per la prima volta in una città guidata da una giunta di centrodestra, non passerà inosservato. Comunque vada, un buon modo per festeggiare i vent'anni della manifestazione.




E dire che avrei voluto chiamarlo per esibirsi al concerto del Primo Maggio a Piazza Armerina!...Vasco Rossi a Piazza Armerina...un sogno...o preferireste Madonna?...si accettano suggerimenti in proposito...per il primo Maggio forse è troppo tardi...ma il calendario dell'estate piazzese credo sia ancora in preparazione...della serie: volevamo stupirvi con effetti speciali...o no?...

Gelmini: taglio e cucito...


Per non perdere la faccia con le famiglie - che hanno bocciato il «suo» maestro unico - ora la Gelmini cerca di uscirne con un piccolo trucco: lo sconticino mascherato sugli organici. Il ministro dell’Istruzione ha infatti chiesto a Tremonti di salvare 5mila cattedre dalla pesante mannaia che incombe sulla scuola elementare e media. La riduzione dei tagli sui docenti di diritto saranno spostati sui supplenti annuali. E per addolcire «il parto» ai sindacati (Flc-Cgil, Gilda, Uil e Cisl scuola) ha risnocciolato l’intenzione di fare 20mila nuove assunzioni, tra docenti e personale Ata (collaboratori scolastici e ammnistrativi). Un fatto che s’impone per via dell’esodo dalla scuola dovuto anche alla sua controriforma. Ma la mossa della Gelmini maestra unica è stata subito smascherata: «L’ingegneria amministrativa non ci basta» ha subito risposto Mimmo Pantaleo segretario generale della Flc-Cgil. Che continuerà la battaglia per la difesa della scuola pubblica a partire dallo sciopero di mercoledì 18 marzo, al quale prenderà parte anche il Gilda degli insegnanti.La proposta di Viale Trastevere, infatti, non allontana per nulla l’«espulsione» dalla scuola di 42.100 posti docenti previsti per il prossimo anno scolastico. «Il 90% dei tagli verrà fatto subito - sottolinea Pantaleo - il resto tra quattro mesi». Sulla stessa lunghezza d’onda, Mariangela Bastico, responsabile scuola del Pd: «Lo slittamento del taglio di 5000 unità dall’organico di diritto a quello di fatto è solo un effetto ottico - commenta -. La proposta poi di nuove assunzioni è assolutamente inadeguata rispetto alle esigenze: 13mila docenti proposti contro gli almeno 70mila posti vacanti, derivanti anche dagli oltre 40mila pensionamenti di docenti». Più del doppio dello scorso anno.Più concilianti gli altri sindacati. «Abbiamo preso atto che ci saranno 5 mila tagli in meno nell’organico di diritto del personale della scuola - ha detto Massimo Di Menna della Uil -. È un contributo ragionevole».

lunedì 9 marzo 2009

Scuola: progetti o progettificio?...


Una teoria sociologica trasferita alla scuola ordinaria ha suggerito per anni di lavorare "progettualmente", cioè di tenere conto molto limitatamente delle prescrizioni ordinarie e di impegnarsi maggiormente sulle esigenze locali o individuali che risultino più rilevanti.
In una scuola di campagna in cui la risorsa principale siano i pomodori importa relativamente poco studiare la calotta artica e invece è vitale conoscere quali siano le condizioni climatiche che favoriscono lo sviluppo dei vari tipi di agricoltura, quali sono i mercati mondiali interessati alle produzioni e alle lavorazioni di pomodori, quali possano essere le modalità di marketing del prodotto locale.
Dunque il progetto "pomodoro" potrebbe avere un peso preponderante rispetto al normale corso di geografia. Su questo fondamento che di per sé non è del tutto peregrino (a condizione di essere limitato nell’applicazione) si è fondata invece una filosofia dell’insegnare che ha trasformato la scuola italiana in un cantiere di progetti. Si è progettato (e si continua a farlo tuttora) di tutto: dai rapporti con le isole dell’Egeo alla danza celtica, dallo yoga alle muraglie medievali, dal decoupage alla cucina macrobiotica. E tutto questo non come attività marginale, ma come impegno principale di scolari e maestri.
Una preside che voleva mostrare di essere aggiornatissima, qualche stagione addietro, affermava con orgoglio che nella sua scuola si opera solo per progetti e tutto il resto, cioè l’ordinato svolgimento del corso di studio tradizionale, restava solo come fastidioso ricordo del passato.
Conseguenza: in quella scuola (e in molte altre) gli alunni sapevano tutto su Garcia Lorca o sui dromedari (secondo i progetti ideati dai docenti), sono partiti per le Bahamas o per la Bulgaria, mentre il livello delle conoscenze ordinarie (sapere leggere e scrivere correttamente, avere rudimenti di matematica ecc.) è sceso paurosamente.
Va aggiunto che la smania progettifera dei docenti e di alcuni presidi è incoraggiata dai sussidi precuniari assegnati ai progetti che li trasformano in affari economici, o almeno in una gitarella fuori porta.
La domanda nasce spontanea: Scuola come agenzia formativo-educativa o come progettificio da businnes aziendale?...

PD? That will be will be...


Girovagando su Internet abbiamo appreso che qualche blog locale dà questa notizia che riportiamo:
Piazza Armerina
Lunedì 9 Marzo ore 19 Hotel Selene
Assemblea del circolo PD
Odg:
-tesseramento;
-conferenza organizzativa del 29 Marzo.

Michelle "la trasgressiva"?...






Le grandi sfide che Obama deve affrontare per il bene degli Usa e del mondo non impediscono all'America di spaccarsi sulla correttezza del look esibito dalla sua First lady, colpevole secondo alcuni commentatori di avere esibito troppa pelle (le sue braccia toniche) nella foto ufficiale che vedete qui accanto. Eppure, nessuno si è mai sognato di criticare i rigidi taillerini da bottega sotto casa di Laura Bush dal sorriso confezionato o la messa in piega "vintage anni '50" di sua suocera Barbara, la consorte di Bush padre. Tuttavia ricordo perfettamente feroci critiche a proposito del décolleté sfoggiato da Hillary Clinton il 20 luglio 2007 in Senato.
Sarà il destino delle donne democratiche?...Non so dare una risposta a questa domanda...tuttavia mi sento di affermare con convinzione: W Michelle, donna forte, coraggiosa, vera, bella...per noi di FemminilMente è sicuramente un modello...Forza Michelle, sei tutte noi...Non ne possiamo più di queste donne che mortificano la loro femminilità o la considerano un trofeo da esibire in posa plastica con un sorriso senza anima...Vogliamo donne vere...basta con le bigotte!...anche dalle nostre parti...

domenica 8 marzo 2009

Mariella Lo Bello: "Donne? Non c'è nulla da festeggiare."

Il segretario della Cgil di Agrigento, Mariella Lo Bello, all'avvento delle festività per l'8 marzo, ha voluto sottolineare la situazione della donna nel mondo. Le donne sono ancora vittime di violenze, ma devono essere loro stesse ad insegnare ai propri figli il rispetto."Non c’è nulla da festeggiare in questo 8 marzo - ha dichiarato Mariella Lo Bello - quando le donne sono le più colpite dalla crisi nel mercato del lavoro. Quando restano, ancora, oggetto di violenze in casa, a scuola, nel lavoro, nella società, da parte di tanti uomini. Bisogna lottare per avere meno guerre, meno violenze, meno soprusi, meno abusi. Chiediamo allo Stato ed alla politica - ha concluso - meno ipocrisia e più rispetto istituzionale per chi produce la ricchezza e la bellezza del mondo".

Una donna del Novecento


La Giornata Internazionale della donna viene spesso erroneamente definita "La Festa della donna". In realtà si tratta di una manifestazione dedicata alla riflessione e al ricordo delle lotte sostenute dalle donne e delle conquiste che hanno ottenuto negli anni, ribellandosi e manifestando contro la mancanza di diritti cui erano soggette.
L’origine della ricorrenza è legata a un tragico evento di cronaca: nel lontano 1908, in una fabbrica di New York, 129 donne che stavano protestando per le condizioni di lavoro persero la vita in un incendio.

Permettetemi di rendere omaggio ad una donna speciale, Sibilla Aleramo. Oggi non saremo qui a scrivere dalle pagine di un blog se lei non avesse tracciato il nostro cammino. Un cammino denso di ostacoli che permetta ad ogni donna, anche se a fatica, di prendere coscienza di sè, della propria dignità, della propria libertà di pensiero. Grazie Sibilla.

Una donna del 2009

"Che cosa io sarei senza questi incontri, senza le strade che ho percorso..."
Sibilla Aleramo


Donne, crisi e web



Creatività+Entusiasmo femminile+Internet+Crisi economica=Opportunità?




Sembrerebbe di si guardando al numero sempre crescente di imprenditrici italiane che in un momento storico non semplice per le imprese trovano nella Rete la via alternativa ed intelligente per creare attività imprenditoriali a tutti gli effetti. Soltanto su eBay sono già 5000 i negozi virtuali gestiti da donne.
La novità è che per una volta a vincere il premio della creatività imprenditoriale sono le donne del Centro-Sud. Le regioni con il maggior numero di donne imprenditrici, infatti sono Lombardia, Lazio e Campania, seguite da Piemonte, Toscana ed Emilia Romagna.

La cosa curiosa, se non fosse potenziale materiale da dibattito femminista – è che le imprenditrici online, soprattutto quelle delle regioni del Centro Sud fanno affari soprattutto vendendo prodotti per un pubblico maschile. La Toscana, ad esempio, si distingue per la vendita di articoli per il calcio e militari. L'Umbria, insieme con la Puglia, le Marche, la Basilicata e la Calabria, spicca per la vendita di accessori e abbigliamento da uomo. L'Abruzzo è la regione in cui le donne sono specializzate nella vendita di accessori e ricambi auto. I dati della ricerca non smentiscono però le eterne passioni femminili. Tra le categorie più vendute dalle italiane su eBay troviamo infatti in pole position i gioielli, in particolare gli articoli di bigiotteria e con pietre e perle, venduti soprattutto da Lombardia, Piemonte, Toscana, Emilia, Sardegna e Trentino. Al secondo posto abbigliamento e accessori, borse, scarpe e lingerie femminili, con cui le donne fanno affari soprattutto in Abruzzo, Liguria, Campania, Valle D'Aosta e Friuli. Sono diventati, invece un business nel Lazio, in Piemonte, Sicilia e Marche i prodotti di bellezza.Le imprenditrici tengono anche fuori dalla Rete. Se fare gli imprenditori in tempi di crisi non è facile, tant’è che secondo Unioncamere sono già in calo le imprese individuali, gli stessi dati ci dicono che a tenere nel 2008 sono state le piccole e piccolissime attività guidate dalle donne rispetto a quelle che hanno a capo degli uomini. Se lo scorso anno le poltrone dei piccoli imprenditori individuali si sono ridotte complessivamente dello 0,91 per cento - dice Unioncamere – quelle occupate da donne hanno infatti limitato le perdite allo 0,84 per cento, mentre quelle occupate da uomini sono calate dello 0,94 per cento. Uno su quattro dei titolari di ditte individuali è donna, il 25,5 per cento del totale nel biennio 2007-2008. Alla fine del 2008 erano complessivamente poco meno di 900 mila le donne alla guida di queste piccole e piccolissime imprese, presenti soprattutto nel commercio, nell'agricoltura e nei servizi, dove si concentra complessivamente il 72 per cento di tutte le «poltrone» rosa rilevate dall'indagine. I settori caratterizzati da una presenza preponderante di donne alla guida di imprese individuali si confermano quelli della sanità, in cui le donne rappresentano il 66,4 per cento del totale dei titolari e dei servizi alla persona, il 59,1 per cento. Presenze significative si registrano anche nell'istruzione, con il 41,6 per cento, negli alberghi e ristoranti, il 40,5 per cento, e nei servizi alle imprese e agricoltura, rispettivamente 30,9 e 30,7 per cento.Questo piccolo esercito ha resistito relativamente meglio dei colleghi uomini, in particolare nei servizi alle imprese con il 2,9 per cento di titolari donne contro del 2,3per cento dei colleghi uomini, nei servizi alla persona, con l'1 per cento a fronte della crescita zero degli uomini, negli alberghi e ristoranti e nella sanità con il 5,1 per cento contro -2,1 per cento. Sono state invece più dure per le donne le conseguenze della crisi in settori tradizionali del commercio delle attività manifatturiere, mentre decisamente negativo è stato il bilancio rosa in un settore a forte concentrazione di piccole imprese femminili come quello dell'istruzione.Il bilancio del 2008 si chiude con il segno positivo per le donne imprenditrici della Lombardia ma anche per quelle della Calabria, rispettivamente aumentate dello 0,27% e dello 0,24 per cento rispetto all'anno precedente. Insomma, in quattordici regioni su venti, le titolari donne hanno «tenuto le posizioni meglio dei colleghi di sesso maschile. Soltanto in sei casi, Basilicata, Campania, Lazio, Liguria, Piemonte e Valle d'Aosta, i titolari uomini hanno fatto meglio.

Emergenze e angolazioni visuali...