mercoledì 31 dicembre 2008

Femminilmente in Giallo

"Gita al largo"

di Nicoletta Urso

PARTE II
(CONTINUA)...Effettivamente la moglie era stata una ragazzina assai precoce. Un cugino che era cresciuto con lei era stato il suo primo amante e poi aveva continuato alla grande. I suoi vecchi, contadini benestanti, erano chiusi e consideravano la castità un bene incommensurabile, se avessero saputo delle tendenze della figlia ne sarebbero morti ma lei seppe sempre bene come non farsi scoprire.
Ma poiché, tanto va la gatta al lardo che ci lascia lo zampino, restò incinta apparentemente di Antonio, dovette dirlo ai genitori i quali appunto lo costrinsero a sposarla.
Della sua situazione matrimoniale Antonio in realtà non si poteva lamentare: non faceva niente, a suo dire si occupava dell’amministrazione delle terre della moglie, e viveva benissimo. Lei poi che aveva due facce: donna di letto e ipocrita frequentatrice di chiese e di processioni lo divertiva , anche se era un riso amaro perché sapeva di essere un cornuto e per lui che aveva la mentalità da antico siculo, cioè l’uomo può fare quello che gli va ma la donna no, era una vergogna tremenda. Lei però ne rideva, sapeva di averlo in pugno perché lo foraggiava e per questo lui non l’avrebbe mai lasciata. Lui era il bello del paese ed era suo, anche lui, come tanti altri perché lei oltre a essere una bella donna sapeva anche molto bene come, con i suoi sguardi, attizzare gli uomini.


Le figlie, con le stesse tendenze della madre, abitavano al nord. Avevano scelto facoltà universitarie nuove che si trovavano lontano apposta per poter fuggire da quel paese che odiavano. Non si sa se studiavano ma di sicuro si sollazzavano in altra maniera. La madre sapeva ma non se ne curava più di tanto, anzi pensava che così le figlie si sarebbero affrancate da quella vita piccolo borghese che invece lei, per colpa dei genitori, doveva sopportare. Tanto, pensava, al momento opportuno le avrebbe dotate bene e sicuramente un cornuto come il padre lo avrebbero trovato e si sarebbero rifatte la reputazione. Ma in realtà non desiderava questo destino per le figlie, non voleva che si imborghesissero, le voleva libere e indipendenti senza strascichi di mariti e figli.
Antonio invece, malgrado fosse un donnaiolo impenitente, avrebbe voluto per loro una vita più tranquilla. Non avrebbe voluto mandarle all’università del nord ma non aveva potuto avere voce in capitolo: lui era solo un dipendente per la moglie che prendeva autonomamente qualunque decisione. Ora lui poteva sopportare le corna della moglie ma non accettava il comportamento debosciato delle figlie anche se ne dava tutta la responsabilità alla moglie. Lei che con quella sua filosofia da libertina le aveva cresciute libere, libere di ritirarsi quando volevano e di frequentare chi gradivano. I suoi parenti sapevano che in casa era solo un burattino e questo lo faceva soffrire e vergognare.




Da qualche tempo stava succedendo qualcosa ad Antonio...(CONTINUA)

Pubblicato sul blog di Agostino Sella

Ho letto con grande attenzione quello che è stato pubblicato sul blog di Agostino Sella a proposito della conferenza stampa di fine anno tenuta dal Sindaco. Certo, una pagina su un blog lascia aperte tantissime domande sul futuro di questa Città da parte dei cittadini e forse la conferenza stampa tenuta all'interno della sala delle luci, con pochi addetti ai lavori,poteva essere sostituita con un'assemblea cittadina in cui tutti noi avremmo potuto, in maniera democratica, fare qualche domanda e ricevere delle risposte. E' vero, Signor Sindaco, i primi sei mesi del suo mandato sono stati caratterizzati da gravi emergenze e desideravo sapere se queste nel 2009 potranno essere risolte o rimarranno tali. Ritengo che dalla loro soluzione dipenda la realizzazione di tanti progetti futuri per questa città.So quanto Lei si sia impegnato in prima persona cercando soluzioni anche attraverso il dialogo con il Consiglio Comunale e con la sua Giunta e auspico che questo dialogo continui per il bene di questa collettività. La sua azione a 360 gradi per una promozione turistica seria e concreta di Piazza Armerina che passi attraverso l'apertura di centri espositivi , di pinacoteche o di musei del palio deve essere, e questo Lei lo sa bene, supportata da un recupero del centro storico che non può più aspettare tenuto conto delle condizioni di profondo degrado in cui versa e a proposito, desideravo sapere a che punto sono i contatti con le società che volevamo investire nel nostro centro storico.Anche il nostro sviluppo economico è legato strettamente alle politiche di rilancio del turismo e questo lo sappiamo tutti. Con la riapertura della Villa Romana questa città dovrà dimostrare che è capace di accogliere il turista e per questo ognuno di noi dovrà fare la sua parte. Sono certa che Lei saprà dare risposte concrete anche a quei cittadini meno fortunati perchè questa è la vera sfida che l'attende per il 2009 ed io Le auguro di poterla vincere. Ci sono tantissime cose che vorrei ancora dirLe e lo farò più avanti. Quello che mi preme dirLe di più anche a costo di apparire "urticante" è ricordarLe che senza una prospettiva di genere ci saranno sempre parti essenziali di noi , della nostra identità, della realtà in cui viviamo che rimarranno muti , senza significato , senza interpretazione, praticamente illeggibili. Lei può auspicare un 2009 di svolta ma la vera svolta passa attraverso scelte politiche che devono essere lette in un'ottica di genere, da punti di vista femminili e maschili perchè l'essere uomini o donne segna ogni aspetto della nostra esistenza individuale e sociale, dalla comunicazione, alle relazioni tra soggetti, dalle forme di convivenza ai saperi. E con questo voglio augurarLe buon lavoro per questo 2009.Maria Grasso
31 dicembre, 2008 13:13

martedì 30 dicembre 2008

Barbie a 50 anni si "ritocca"



NEW YORK - Compirà 50 anni il prossimo anno, il 9 marzo per l'esattezza. E per l'occasione Barbie ha intenzione di presentarsi al proprio pubblico diversa, più affascinante e ancora in grado di conquistare. Mattel rifà il look alla quasi cinquantenne bambola, alle prese con vendite in rallentamento e, soprattutto, con il rischio di venire schiacciata dall'agguerrita concorrenza dei nuovi prodotti, in primis i videogiochi.


Care amiche di Femminilmente la notizia apparsa sull'ansa ha messo in crisi tutte le cinquantenni compresa me che mi sono guardata allo specchio e, benchè ancora manca qualche anno al fatidico mezzo secolo, mi sono chiesta se anch'io non abbia bisogno di un "ritocchino". Lo so. Non lo ammetteremo mai e continueremo a dire che in fondo qualche ruga e un pò di cellulite ci fanno apparire piu' affascinanti. Ma sarà vero? In fondo se Barbie rischia di venire schiacciata dall' aggerrita concorrenza dei nuovi prodotti noi povere cinquantenni dobbiamo vedercela con tutte quelle splendide donne che dalle riviste patinate fanno "l'occhiolino" ai nostri mariti, fidanzati e compagni; e se Barbie vuole continuare a piacere a Ken ancora dopo 43 di fidanzamento noi vorremmo continuare ad affascinare i nostri uomini anche dopo trent'anni di matrimonio.

Devo ammettere però, che per noi esiste un problema che si chiama quotidianità. Sfido tutte le Barbie del mondo ad essere affascinanti e perfette dopo una giornata passata tra ufficio e faccende domestiche o dopo avere fatto la spesa per il cenone di fine anno facendo due ore di fila alla cassa e chiedendoci perchè mai mariti e figli hanno la capacità di "sparire" quando hai piu' bisogno di loro.

Che cosa avrebbe fatto Barbie la sera del 31 dicembre, con un lieve odore di cotechino e lenticchie appiccicato addosso in sostituzione dello Chanel n. 5 che nessuno le ha regalato? Con gli ospiti che stanno arrivando e intenta a preparare la tavola con un occhio al cane che vuole fare pipì accanto all'albero di natale perchè nessuno lo ha ancora portato fuori? Avrebbe fatto il miracolo come facciamo noi? Perchè quando tutto è pronto questo ci sembra proprio un miracolo: la tavola apparecchiata per l'occasione con il servizio buono comprese le candele che fanno atmosfera, le pietanze già pronte per essere divorate da un'orda famelica che alla fine non si accorgerà neanche con quanta cura le abbiamo preparate, i figli vestiti e il marito che ci urla quale cravatta deve mettere con il vestito scuro..
Ed è proprio in quel momento, quando tutto sembra perfetto che, disperate, ci rendiamo conto che per noi è troppo tardi. Abbiamo solo il tempo di una veloce doccia per toglierci di dosso l'odore del cotechino e vestirci. Senza trucco, con i capelli tirati su con un mollettone e ormai sfatte dalla stanchezza guardiamo i nostri ospiti già seduti al tavolo, i bicchieri pronti per il brindisi e sospirando pensiamo : perchè non ho sposato Mattel!


Chissà quante di noi si riconosceranno in questo articolo.Auguriamo a tutte voi un Buon Anno e vi abbracciamo tutte virtualmente

lunedì 29 dicembre 2008

Concerto di Natale




" L'uomo nel cui cuore la musica è senza eco, che non si commuove ad un bell'accordo di suoni, è capace di tutto, di ferire, di tradire, di rubare. Non fidarti di lui, ascolta la musica!"
William Shakespeare dal Mercante di Venezia






La musica di Antonio Vivaldi, di Johann Sebastian Bach e di Arcangelo Corelli ha ieri sera riempito gli spazi della Cattedrale di Piazza Armerina mescolandosi con le opere d'arte contenute al suo interno e così creando un connubio perfetto tra arte e musica.

Il numeroso e attento pubblico presente ha dimostrato di apprezzare il repertorio barocco che l'orchestra da Camera dell'Università Kore di Enna ha proposto.

Ancora una volta la musica ha esplicitato la straordinaria qualità di appagare ogni stato d’essere: tristezza, gioia, serenità. Immersi nell’oceano dei suoni ne siamo rimasti travolti perchè niente più della musica ha il potere di evocare un’atmosfera, di accendere un ricordo, di far rivivere un attimo con intensità.






sabato 27 dicembre 2008

Sono passati cento anni...

Cento anni fa, alle 5.25 del 28 dicembre 1908, le città di Messina e Reggio Calabria vennero distrutte dal più devastante terremoto che l'Europa ricordi, una tragedia destinata ad occupare nell'immaginario della Belle Epoque un posto pari a quello del Titanic e che trovò l'Europa unita in una corsa di solidarietà mai vista prima. Per trentasette secondi sotto Messina, la città dove Giovanni d'Austria, il vincitore dei Turchi a Lepanto, apprese "la felicità del vivere", dove Shakespeare ambientò il suo "Molto rumore per nulla" e dove solo poche ore prima si assisteva all'Aida, la terra trema con una violenza inaudita (11 gradi della scala Mercalli). Poco dopo nel silenzio spettrale si ode un rombo che viene dal profondo del mare: onde alte fino a 13 metri si scagliano sulla città e divorano gli imponenti palazzi del lungomare. Così muoiono molti dei sopravvissuti del sisma, scesi in strada e corsi verso la riva in cerca di scampo. Alla fine i morti saranno 80.000 a Messina e 15.000 a Reggio. In quei trentasette secondi di apocalisse edifici, ferrovie, strade e anche la stazione radio sono distrutte o gravemente danneggiate. Svaniscono come fantasmi gli edifici neoclassici della monumentale Palazzata del lungomare, scompaiono le chiese barocche dove Filippo Juvara aveva mostrato il suo primo talento e la strada dei Monasteri. Quando la furia si placa, Messina e Reggio si trovano in un buco nero dal quale non si può lanciare nemmeno un Sos. In questo luogo inesistente resteranno per tutta la mattina e tutto il pomeriggio del 28 dicembre fino a quando - come ricostruisce Giorgio Boatti nel suo libro "La Terra Trema" - alle 17.25 arriva sulla scrivania di Giolitti, Presidente del Consiglio e ministro dell'Interno, il telegramma che finalmente fa rompere gli indugi. Ma un'intera giornata preziosa è andata perduta. I primi aiuti arrivano dalle navi ancorate al porto di Messina. In giornata il piroscafo Usa Washington e poi la nave Montebello portano a Catania i primi feriti messinesi, mentre il mercantile inglese Afonwen fa rotta verso il porto di Siracusa. Da queste due città partono i primi aiuti e viene lanciato l' Sos che raggiungerà le squadre navali russa e inglese che si addestravano al largo delle coste siciliane. Sul finire della prima terribile notte dopo il cataclisma arrivano i primi aiuti organizzati. Nell'alba livida, sotto gli occhi spiritati dei superstiti ancora sotto shock, dalle corazzate Cesarevic e Slava e dagli incrociatori Makarov e Bogatyr scendono circa tremila marinai che salveranno migliaia di persone. Più tardi arriva l'incrociatore inglese Sutley con i suoi 170 allievi marinai, al quale seguirà il giorno dopo l' incrociatore Minerva partito da Malta, e poi alcune navi tedesche. Sempre il 29 arriveranno le corazzate italiane Regina Margherita e Regina Elena mentre la Napoli si dirige verso Reggio Calabria. Una quarta corazzata italiana, il Vittorio Emanuele, arriva il 30 dicembre con a bordo il Re e la Regina. Poi per Messina giungono giorni forse ancora più terribili: viene deciso lo stato di assedio e si arriva persino a pensare di cannoneggiare la città semidistrutta, raderla al suolo per ricostruirla altrove. Il timore di un complotto ribassista sui titoli della Banca d'Italia induce poi il generale Mazza a usare troppo zelo nella difesa di banche e caveau. In realtà il 7 gennaio 1909, alla riapertura della Borsa, le azioni della Banca d'Italia perdono solo 13 punti (e non i 100 temuti). Ma accanto a tanti errori e polemiche che investirono anche il Governo (Giolitti si recherà a Messina solo nel 1911 dove, scrive un suo biografo, "fu accolto a fischi") brilla ancora oggi il ricordo della solidarietà arrivata da tanti Paesi. Dopo le squadre navali russa e inglese da tutto il mondo arriveranno aiuto per le sfortunate Messina e Reggio: dalla Germania all' Austria-Ungheria, dalla Francia agli Stati Uniti, dalla Danimarca alla Grecia alla Spagna al Portogallo. Uomini che pochi anni dopo si sarebbero trovati su opposte trincee sui fronti della Grande Guerra, accorsero per restituire alle due città la speranza di una nuova vita.

mercoledì 24 dicembre 2008

Buon Natale...a modo mio


Voglio augurare Buon Natale alla mia città , Piazza Armerina. L'ho osservata bene in questi giorni di festa e anche se ha cercato in qualche modo di farsi bella , come fa una madre quando vuole nascondere i problemi ai suoi figli, io lo so che è molto preoccupata. I suoi palazzi si sbriciolano, le sue chiese crollano, ed ogni volta è come perdere un pezzo di vita che le appartiene.

Vogliono ridimensionare il vecchio e caro Michele Chiello. Hanno deciso che nessun bambino potrà più dire sono nato a Piazza Armerina e questo è insopportabile. Da centinaia di anni questa città si prende cura di tutti noi. Quante volte e con quale orgoglio abbiamo detto sono piazzese! Quante volte abbiamo alzato gli occhi verso la nostra Cattedrale anche solo per accarezzarla con lo sguardo e quante volte ci ha offerto refrigerio, nelle calde sere d'estate, sotto i suoi tigli profumati.


Buon Natale alla mia città che tante volte non abbiamo saputo difendere dai vandali e dagli speculatori , che abbiamo ricoperto di spazzatura facendola apparire quello che lei non è mai stata: una città sporca. Buon Natale alla mia città che nonostante tutto ancora si prende cura di me e delle persone che amo e che riposano in un piccolo cimitero di campagna anche quello abbandonato dall'incuria degli uomini. Buon Natale alla mia città che tutti vorremmo sempre bella e curata, piena di bambini che giocano e di giovani che si impegnano , di nonni con cui parlare e con tante nuove famiglie. Buon Natale a questa città che non vorrebbe vedere mai nessuno dei suoi figli salire sui tetti per farsi ascoltare . Buon Natale a questa città e a tutti noi che dentro ad essa trascorriamo la vita, dalla nascita alla morte e a tutti quelli che dopo di noi vivranno qui e ancora la troveranno bella perchè noi ce ne siamo presi cura.

Comunicato stampa delle Associazioni femminili della città di Piazza Armerina a difesa dell'Ospedale "M.Chiello"

Si assiste con rammarico ma senza rassegnazione alla attuazione del gattopardesco “cambiare tutto per non cambiare nulla”. A fronte della realizzazione della rimodulazione della rete ospedaliera quanto mai contestata dall’intera società civile che penalizzerebbe fortemente l’Ospedale Chiello con la realtà non solo piazzese ma di tutto il comprensorio e non infondate risulterebbero essere le preoccupazioni delle donne e madri della città per la deminutio che le colpirebbe qualora fossero soppressi entrambi i reparti di Ostetricia e Pediatria presso il presidio sanitario. Ma si profila il recupero di una rimodulazione cosiddetto Piano La Galla che manterrebbe pressocchè invariato lo status attuale.

In ogni caso occorrerebbe ugualmente vigilare sulla concertazione successiva. Peraltro non si comprende come sia possibile pensare di attuare il progetto pilota Materno Infantile in una delle province più povere d’Italia considerato che le ragioni della protesta sono motivate anche dalla totale assenza di servizi territoriali.Respinge la chiusura del Punto nascita e del reparto Pediatria del Chiello il Comitato delle associazioni femminili, tenendo comunque alta l’attenzione sulla decisione del manager riguardo la chiusura del punto nascita del Chiello entro il 31 dicembre, questo in base ad un suggerimento tratto da un documento dell’Aogoi, relativo al tetto dei 400 parti annui richiesti per il mantenimento dei punti nascita (il Chiello ne registra per il 2008 in numero di 260) restrizione questa, che non risulta sancita a tutt’oggi da alcuna norma né nazionale né regionale. In questi reparti a rischio chiusura, si eroga un’assistenza appropriata di medio livello e si registra un indice di attrazione sul territorio pari al 20% (di livello superiore alla media provinciale) in quanto l’utenza è proveniente anche da comuni esterni al distretto sanitario. Ci si chiede se nel piano di rientro si terrà conto dei dati raccolti e forniti dal piano proposto dall’Amministrazione comunale di Piazza Armerina, e se sarà possibile apportare quelle deroghe motivate dalla peculiarità del territorio e dai tanti fattori ambientali. Peraltro il comitato ha condiviso in pieno l’impianto del piano predisposto dall’Amministrazione Comunale di concerto con il Consiglio Comunale e l’Osservatorio Ospedaliero sulla sanità e partendo dall’attento esame della problematica del Punto nascita e della Pediatria và oltre accogliendo la problematica ben più ampia dell’intero presidio ospedaliero. Respinge pertanto il piano di rientro del manager né condiviso né concertato con le parti interessate e scongiura il pesante clima di incertezza che aleggia sul destino dell’intera struttura sanitaria. “Se dovesse chiudere l’intero ospedale dove sono i servizi territoriali? e visto che non ci sono dove sarà possibile ravvisare i criteri di efficienza e di efficacia in grado di soddisfare la domanda di salute del territorio? In un campo così delicato come la Sanità si auspicano certezze piuttosto che programmi che destano allarme tra gli utenti delle fasce più deboli e disagiate, che si sa sono sempre quelle più colpite.In quanto donne e madri propugniamo la salvaguardia dell’intero presidio sanitario per tutto ciò che rappresenta nel sistema territoriale. Inoltre bisognerebbe riflettere sul fatto che che nella vita di ciascuna donna e di ciascun uomo esiste una "Golden Hour" - l'ora d'oro- durante la quale chi è vittima di un incidente, o di un malore improvviso può essere salvato. Si dice che in guerra un'ora duri solo cinque minuti. Ebbene, a volte cinque minuti sono determinanti per la sorte di una madre o di un bambino, quella dei nostri cari, quella dei nostri amici, la nostra. Vorremmo suggerire la lettura di un delizioso libro che si intitola “Con cura “ scritto da Atul Gawande, chirurgo endocrino e direttore associato del Centro per la Chirurgia e la sanità pubblica e che nel 1992 fu nominato da Bill Clinton luogotenente di assistenza sanitaria durante la campagna 1992 e quindi consulente senior presso il Dipartimento di Salute e Servizi Umani.Il Comitato delle associazioni femminili Fidapa , Inner Wheel, Sibilla Aleramo, Uciim, Università del tempo libero, Anna Di Rosa presidente della Commissione Pari Opportunità della Provincia di Enna.

martedì 23 dicembre 2008

Caro Sindaco Nigrelli ti scrivo...

...così mi distraggo un pò


Caro professore,


tante volte ho immaginato di scriverti questa lettera e tante volte l'ho scritta e riscritta nella mia mente...E adesso finalmente eccomi qua. In fondo ogni fine d'anno è sempre un momento riservato ai bilanci oltre che ai buoni propositi. E vorrei partire proprio da questi. I buoni propositi. Vorrei provare a scriverti di una città, la città dei miei sogni. La città dei miei sogni è una città dove ci sia sempre spazio per le buone idee e per i progetti di sviluppo. E' una città nella quale le donne si accostino alla cosa pubblica con un approccio costruttivo e partecipativo. E' una città nella quale nessuna intelligenza venga mai più mortificata dagli atteggiamenti arroganti dei potenti. E' una città nella quale ognuno senta di potere dare il proprio contributo sapendo che non avrà mai sbattuta la porta in faccia. E' una città nella quale non si dimentichi mai chi è rimasto indietro e lo si sostenga fattivamente. E' una città nella quale non deve essere lasciato spazio ai pregiudizi e ai pettegolezzi. E' una città nella quale le donne si sentano al sicuro e protette. E' una città nella quale il confronto si sostituisca allo scontro fine a sè stesso. E' una città nella quale le iniziative dei privati vengano sostenute dagli amministratori pubblici non perchè provengono dagli amici o dagli amici degli amici, ma perchè dietro ci sono delle belle idee. E' una città nella quale i giovani trovino delle buone ragioni per non andarsene a vivere altrove.


Per tutte queste ragioni (e per molte altre ancora) ti abbiamo scelto a rappresentarci. Fà che Piazza Armerina assomigli sempre di più alla città dei nostri sogni. So che non hai la bacchetta magica. Ma da te ci aspettiamo di più che dagli altri che ti hanno preceduto. Credo che in fondo le aspettative alte nei tuoi confronti siano state sempre una componente essenziale della tua esistenza. Fà che l'anno che verrà sia l'anno di Piazza Armerina.

Sibilla 75

"D'una città non godi le sette o le settantasette meraviglie, ma la risposta che dà a una tua domanda."

Italo Calvino











Una poesia da donare



Bambino, se trovi l'aquilone della tua fantasia
legalo con l'intelligenza del cuore.
Vedrai sorgere giardini incantati
e tua madre diventerà una pianta
che ti coprirà con le sue foglie.

Fa delle tue mani due bianche colombe
che portino la pace ovunque e l'ordine delle cose

Ma prima di imparare a scrivere
guardati nell'acqua del sentimento.
Alda Merini





Bankitalia: è donna il nuovo vice direttore generale


La notizia è troppo bella perchè le amiche di Femminilmente non ne dessero notizia sul loro blog.

Anna Maria Tarantola è il nuovo vice direttore generale di Bankitalia ed è la prima donna, nella storia della Banca d'Italia, a ricoprire questo prestigioso ruolo. Sale al vertice di via Nazionale dopo avere gestito in prima linea , da responsabile della vigilanza, la crisi finanziaria che ha investito anche il nostro sistema bancario. Con la sua nomina , proposta dal Governatore Mario Draghi, si chiude definitivamente l'era Fazio. La Signora Tarantola, insieme ad Emma Marcegaglia e a Federica Guidi - Presidente di Confindustra Giovani - è una delle donne che è riuscita a sfondare il famoso tetto di cristallo. Ancora troppo poche quelle che ci riescono ma, in Italia ogni qualvolta una donna sale ai vertici è comunque una vittorie per tutte.

Siamo certe che, donne come la Tarantola sapranno dimostrare che la diversità è una ricchezza che può tornare a beneficio dell' intera società e che, se alle donne viene data la possibilità di esprimere le loro professionalità si alimenta una proficua dialettica fra i diversi modi di interpretare la realtà, innescando quel processo di cambiamento che tutti noi auspichiamo.


lunedì 22 dicembre 2008

Cercate il partner ideale ? Agenzia lo trova con DNA e odore


A chi ha ormai perso le speranze di trovare la donna giusta o l'uomo della vita, ecco una soluzione a prova di garanzia, anche se un tantino costosa. Ci sono alcune società, una in Florida e l'altra a Zurigo, che offrono un servizio molto particolare: trovare la dolce metà con accoppiamento 'biologico', cioé tramite quei geni collegati all'odorato. Un metodo che sembra garantire rapporti duraturi, una vita sessuale migliore, basso rischio di tradimenti, prolificità e figli più sani. A parlarne è la rivista 'New Scientist'. Queste compagnie testano le coppie per determinarne la compatibilità genetica, il tutto a un prezzo che varia dai 199 dollari se si è da soli, 299 per le coppie, sino a 995 dollari per un'iscrizione vitalizia. L'idea alla base è che l'attrazione umana sia influenzata dalla chimica degli odori e dei profumi. Alcuni studi hanno dimostrato infatti che si preferisce l'odore di un partner con un sistema immunitario diverso dal nostro. Più sono le differenze, dunque, maggiore sarà la compatibilità, confermando il detto che i poli opposti si attraggono. Tuttavia, commenta Craig Roberts, dell'Università di Liverpool, "ci sono altri fattori che influenzano la scelta del partner, come la simmetria del viso. Alcuni studi - spiega - dicono che si scelgono le persone che ci sono più simili a un primo screening, cercando un compagno relativamente simile per non disperdere il patrimonio genetico degli antenati. Ma quando si tratta di scegliere, l'odore ci aiuta ad eliminare i partner troppo simili a noi".


Care amiche finalmente possiamo riporre in soffitta tutti quei "trucchi" che per millenni ci hanno impegnato nella ricerca spasmodica dell'anima gemella. Basterà, infatti, contattare una di queste agenzie e depositare il nostro DNA e ci arriverà , magari via email il nominativo del nostro principe azzurro. Magari sarà un pò basso di statura , un pò pelatino , con qualche difficoltà visiva e poco poco sordo ma tranquille almeno l'odore, quello sarà buono!

domenica 21 dicembre 2008

I consigli della dentista



Care amiche,
se pensate che per avere una bocca sana e un bel sorriso serva fare un mutuo, vi sbagliate di grosso o almeno non è sempre così. Infatti, molte spese possono essere ridotte partendo da un piccolo trucco quotidiano: l'igiene.

Lo sanno persino i bambini che i denti vanno lavati almeno 3 volte al giorno per 4-5 minuti subito dopo i pasti, ma chissà perchè poi non lo fa nessuno. Questa è la prima regola da seguire con costanza, anche se la mattina siamo in super ritardo e abbiamo ancora i bimbi, il marito e anche il cane da preparare, o peggio, la sera siamo sbivaccate sul divano con il nostro pigiama taglia XXL ed un occhio che sta per chiudersi.

Niente scuse! Dobbiamo combattere contro il nostro più grande nemico: la pigrizia.
Dopo aver passato la prova numero 1 possiamo dirigerci verso il bagno dove ci attendono i nostri "strumenti da lavoro": spazzolino, dentifricio e filo interdentale.

In merito allo spazzolino, vi suggerisco di comprarne uno manuale a setole dure ( ormai sono quelli che lavorano meglio e durano un pò di più) e con una forma semplice senza troppi ghirigori ( costano meno e sono più efficaci!). Per quanto riguarda la diatriba tra spazzolino manuale ed elettrico, personalmente ne uso uno manuale perchè è in grado di arrivare in zone dove quello elettrico non arriva. Comunque, se proprio la vostra manualità è pari a quella di un bradipo, potete acquistarne uno e alternarne l'uso con uno spazzolino manuale.

Allora, siamo nel nostro bagno, prendiamo lo spazzolino...ecco lo avete bagnato!
No care amiche, lo spazzolino deve rimanere asciutto perchè in questo modo i princìpi attivi, come il fluoro, contenuti nel dentifricio agiscono meglio. Esistono diversi tipi di dentifricio, se non avete problemi particolari, potete usarne uno qualsiasi, meglio se al fluoro, se, invece, avete qualche particolare esigenza ce ne sono per tutti i gusti: desensibilizzanti, sbiancanti, alle erbe, gusto frutta, ecc. ecc. Stendiamo un verme di dentifricio sullo spazzolino asciutto ed iniziamo a spazzolare.
I denti frontali, vanno spazzolati con movimenti dall'alto verso il basso, dalla gengiva ai denti sia per i superiori che per gli inferiori. Per la pulizia dei denti latero-posteriori ci sono diverse tecniche. Quella più descritta sui testi è la tecnica di Bass modificata, che consiglia di spazzolare i denti con movimenti di va e vieni, ma posizionando le setole dello spazzolino inclinate di 45° rispetto al dente e non di 90°. Mi spiego. Non demordete! La maggior parte di noi utilizza lo spazzolino come un seghetto perchè facciamo lavorare solo le teste delle setole che, con movimenti da dietro in avanti e viceversa, a lungo andare usurano i denti. Ecco spiegati alcuni degli inestetismi più comuni, come le erosioni a forma di mezza luna sulla parte superiore del dente e le recessioni gengivali, entrambe causa a loro volta di ipersensibilità. La tecnica sembra difficile, ma basta provarla la prima volta, magari guardandosi con più attenzione allo specchio, e diventerà un movimento automatico che risolverà molti problemi.
Ricordate sempre di spazzolare i denti e contemporaneamente massaggiare la gengiva, infatti, capita spesso che persista un orletto biancastro di placca sulla zona tra il dente e la gengiva.
La placca batterica causa infiammazione della gengiva, che apparirà più arrossata e sanguinerà facilmente. Sfatiamo un mito: se le gengive sanguinano, non è per la nostra troppa sensibilità femminile, ma nella stragrande maggioranza dei casi, è per la presenza di placca e tartaro. Quindi, armiamoci dei nostri strumenti e spazzoliamo denti e gengive con più cura, senza trascurare la parte interna del cavo orale. Nel caso si sia già formata una barriera invalicabile di tartaro, andiamo dal nostro dentista di fiducia per una pulizia più approfondita.
A questo punto rimane sul nostro mobiletto del bagno mister filo interdentale con le sue svariate personalità: cerato, non cerato, tondo, piatto e via di seguito. Non confondetevi care amiche, non siete davanti all'armadio, ancora in accappatoio, 5 minuti prima dell'appuntamento più importante della vostra vita! Quello che ci interessa è la sua funzione. Il filo interdentale serve, infatti, a togliere i residui alimentari che si depositano tra dente e dente, dove le setole dello spazzolino, spesso, non riescono ad arrivare. Il suo utilizzo, almeno una volta al giorno, riduce drasticamente la probabilità di carie interprossimale, oltre a garantire benefici per le nostre gengive. Rimarrete impressionate ( leggi schifate) dai residui alimentari che troverete nella vostra bocca, pur avendo lavato pochi attimi prima i denti. Quella del filo interdentale è una sorta di prova del 9, provare per credere...
Care amiche vi saluto, raccomandandovi di seguire i miei semplici consigli per un sorriso più smagliante e dandovi appuntamento alla prossima settimana.

Mezzo milione di persone danno consigli a Obama sul web




NEW YORK - Oltre mezzo milione di persone hanno risposto a un appello on-line e dato consigli all'amministrazione Obama sulle priorità di governo dopo l'insediamento del 20 dicembre. Lo ha annunciato l'ex direttore della campagna elettorale del presidente eletto David Plouffe. "E' stata una risposta incredibile: 550 mila persone hanno risposto al sondaggio online", ha detto Plouffe in una e-mail alla vasta rete di sostenitori di Obama. L'ex direttore della campagna ha parlato del "più vasto slancio di un movimento di base negli Stati Uniti": tra le priorità indicate di sostenitori di Obama ci sono istruzione, ambiente, salute, povertà e economia, tutti settori in cui gli elettori che hanno risposto al sondaggio si sono detti determinati a dare una mano in prima persona come volontari.

sabato 20 dicembre 2008

Scuola - Primato dei bambini italiani figli del modulo


Si stava meglio quando si stava peggio?



La scuola elementare italiana consolida il suo primato internazionale. La conferma arriva dal rapporto Timss 2007 (Trend in international Mathematics and Science study).

L'edizione 2007 del Timss riporta i dati relativi agli alunni di 59 paesi distribuiti nei 5 continenti e, per l'Italia, fa il paio con i confortanti risultati di un'altra indagine internazionale: il Pirls 2006 (Progress in international reading literacy study), che indaga sulla comprensione della Lettura dei bambini al quarto anno di scolarità.

I dati sono stati diffusi pochi giorni fa e assumono una particolare importanza nel nostro Paese in vista della soppressione del cosiddetto "modulo" (tre insegnanti su due classi) nella scuola primaria decisa dal ministro dell'Istruzione, Mariastella Gelmini. Infatti, gli importanti risultati conseguiti dalla scuola primaria italiana sembrano proprio essere figli del Modulo che, introdotto nel 1990, dal prossimo anno cesserà di esistere lasciando spazio ad un maestro "prevalente" che insegnerà nella stessa classe per 22 ore settimanali lasciando ad un secondo insegnante il completamento dell'orario a 24, 27, 30 o 40 ore settimanali.

Rispetto all'edizione del 2003 i bambini italiani migliorano le loro performance, confermandosi ai primi posti in Europa dove si piazzano all'ottavo posto in Matematica (con 507 punti) e al quarto posto in Scienze (con 535 punti). Risultato che assume maggiore importanza se si considera che i nostri alunni di quarta elementare, con una età media di 9,8 anni, sono più piccoli dei corrispondenti compagni degli altri paesi: tutti con età superiore a 10 anni. A livello mondiale la concorrenza dei paesi asiatici (Hong Kong, Cina e Singapore ai primi posti) fa scivolare l'Italia al sedicesimo posto in Matematica e al decimo posto in Scienze, sempre e comunque con un "rendimento significativamente più alto della media internazionale", a quota 500 punti. I bambini italiani prevalgono su quelli svedesi e norvegesi e, in Scienze, anche sui compagni tedeschi.

L'indagine è condotta dall'Iea (International association for the evaluation of educational achievment), la stesso centro studi di Boston nel Massachussets che si occupa del rapporto Pirls, dove i bambini italiani piazzandosi al secondo posto in Europa e all'ottavo il mondo fanno un figurone. Il Timss mostra che gli alunni del Nord-est italiano sono in assoluto i più bravi mentre quelli del Sud-isole arrancano. Trend opposto per i ragazzini all'ottavo anno di scolarità. Gli alunni che frequentano la terza media in Italia rimediano l'ennesima figuraccia. Con 480 punti in Matematica e 495 in Scienze perdono terreno rispetto al 2003 e si collocano al di sotto della media internazionale.


Una riflessione.

Non riesco a capire perchè si debba continuare a parlare di ritorno al passato in un Paese che ha bisogno solo di una cosa per non affondare definitivamente: un balzo in avanti...

FemminilMente dedicata ai potenti della Terra

venerdì 19 dicembre 2008

La politica e la questione morale


Mentre scrivo ascolto in sottofondo gli interventi dei "principi della politica " nazionale riuniti al capezzale del malato PD. Tutti si affannano, nei sette minuti consentiti, a fare diagnosi e dare consigli. Tutti auspicano un profondo cambiamento della classe politica italiana, tutti sono concordi nell'affermare che il PD attraversa una profonda -io direi abissale- crisi di identità. Frasi sentite decine e decine di volte come : degenerazione del sistema, partiti lontani dalla gente, recupero della centralità e dell'etica nei partiti, trasparenza nelle relazioni con gli Enti Locali, finiamola con le correnti..


Bugie, solo bugie. In realtà non c'è nessuna voglia di cambiamento e nessuno vuole lasciare il posto a nessuno neanche se è stato raggiunto da una informativa di garanzia. Nessuno si dimetta questo è il dickat altrimenti l'ordine di dimettersi sarebbe già partito dagli organismi nazionali senza ma e senza se . Questa è la verità . Mai nessun politico ha detto: signori scusate sono io che ho sbagliato e me ne assumo tutte le responsabilità. In questa nostra Italia dove fallisce la compagnia aerea di Stato e la colpa non è di nessuno , dove i piccoli investitori , colpevoli solo di essersi fidati, non verranno mai risarciti dei loro risparmi e la colpa non è di nessuno, dove nessun manager , pagato con uno stipendio che potrebbe far vivere bene migliaia di famiglie sarà mai responsabile del fallimento di aziende che gli erano state affidate perchè la colpa non è di nessuno, ma veramente la politica pensa che gli italiani, stanchi e sfiduciati e arrabbiati possano bere la favoletta del ricominciamo da capo?

Vorrei e non desidererei, che stasera i "principi della politica" del PD facessero proposte serie ma soprattutto che domani queste proposte fossero attuate. Dalle prossime elezioni, a partire da quelle europee ,cambiando tutta la classe politica e non cooptando uomini e donne da manovrare dietro le quinte. Vanno recuperate quelle belle intelligenze libere, capaci di pensare con la propria testa, senza nessun legame con il passato. Uomini e donne che dalla politica si sono allontanati perchè mortificati da atteggiamenti e posizioni che non condividevano. Cominciamo a pretendere che nelle amministrazioni comunali , nelle giunte ci siano più donne. Questo è il vero cambiamento. La sfida per un partito riformista passa attraverso scelte mai fatte prima.


Vorrei, per esempio, chiedere al mio Sindaco perchè negli incarichi che ha dato non figurano donne. Non voglio iniziare una serie di post-it per ricordargli- come lui faceva spesso dalle pagine di Piazzagrande - quanto importante sia ascoltare l'altro punto di vista.










Caro cittadino di serie B...

Con cura



di Atul Gawande



Edizioni Einaudi



In questi tempi così bui per il Servizio sanitario nazionale ed in particolar modo per quello della nostra Regione, la Sicilia, mi è capitato quasi per magia di imbattermi in questo piccolo e delizioso libro - diario, scritto da Atul Gawande, chirurgo endocrino e direttore associato del Centro per la Chirurgia e la sanità pubblica e che nel 1992 fu nominato da Bill Clinton luogotenente di assistenza sanitaria durante la campagna 1992 e quindi consulente senior presso il Dipartimento di Salute e Servizi Umani.
Ho pensato a tutti quei piccoli e apparentemente insignificanti ospedali di provincia all'interno dei quali, ogni giorno, gli operatori della Sanità salvano vite umane, prestano assistenza, risolvono i problemi delle persone che non possono avvalersi dei grandi ospedali delle aree metropolitane o delle lussuose cliniche private. Ebbene, quello che fino ad oggi poteva essere considerato un capisaldo delle nostre piccole -ma non insignificanti- vite di provincia, da oggi rischia di diventare l'ennesima delusione delle nostre piccole vite. Qualcuno dall'alto ha decretato che esistono cittadini di serie A e cittadini di serie B. Non abiti in una grande città metropolitana? Non hai un conto in banca che ti permette di rivolgerti all'assistenza sanitaria privata? Peggio per te. E poi, scusa caro cittadino di serie B, cosa pretendi? Di avere un ospedale sotto casa? Di continuare a far nascere i tuoi figli nella tua città? Di poterti sentire male? Ma no! Caro cittadino di serie B, dall'alto hanno deciso che devi stare sempre bene e se l'hanno deciso loro, figurati...Cosa può mai succederti?...Di dovere prendere l'auto in pieno inverno con tua moglie a fine gravidanza sotto una tormenta di neve e attraversare faticosamente, pericolosamente e inaspettatamente la strada che ti divide al capoluogo più alto d'Italia?...Ma cosa pensi mai, caro cittadino di serie B? A tua moglie si sono rotte le acque un paio di settimane prima del previsto? Riparagliele e tutto tornerà come prima...
Ho pensato tutto questo leggendo il libro "Con cura" del dottor Gawande, soprattutto nella parte in cui racconta di una fragile donna settantenne che viene ricoverata perché «non si sente troppo bene». Si prendono cura di lei un grande chirurgo e un giovane assistente. Il giovane medico presto se ne dimentica. Il grande chirurgo invece, nonostante i molti impegni e i sette piani di scale che dividono il suo studio dalla stanza della donna, torna a visitarla più volte in un giorno. Così capisce la banale ma insidiosa malattia che sta per ucciderla. E la salva.


Cari potenti,
sappiate che nella vita di ciascun uomo esiste una "Golden Hour" -l'ora d'oro- durante la quale chi è vittima di un incidente può essere salvato.
Si dice che in guerra un'ora duri solo cinque minuti. Ebbene, a volte cinque minuti sono determinanti per la nostra sorte, quella dei nostri cari, quella dei nostri amici. Ma questo purtroppo i potenti lo ignorano quando scrivono i piani di rimodulazione della rete ospedaliera. Forse sono troppo impegnati a pensare ad altro? ...


"...In me si combattono
L'entusiasmo per il melo in fiore
E il terrore per i discorsi dell'imbianchino.
Ma solo il secondo
Mi spinge alla scrivania."

tratto da Bertolt Brecht


E tu a chi tireresti una scarpa?


Prego Signore, accomodatevi pure....

Un libro da regalare



Marcella Croce : Alla ricerca dei sapori perduti
Edito da Kalòs


La storia della gastronomia siciliana è come una favola che ha inizio con il classico “c’era una volta”. La Sicilia, infatti, ricca di storia e vissuta sotto molteplici dominazioni, riflette tale complessità di situazioni anche nella cucina tradizionale che risulta varia, estrosa e ricca di sapori e aromi particolari. Marcella Croce, con il suo ultimo libro dal titolo “Guida ai sapori perduti” edizioni Kalòs, racconta la storia e le tradizioni dimenticate o nascoste della cucina siciliana.


La vastità del territorio e le diverse condizioni geografiche ed ambientali hanno determinato il nascere di una cucina tipica che si basa su prodotti locali come il grano, le fave, gli ortaggi, le verdure, la vite, la mandorla, i formaggi e la ricotta. Notevole è l’apporto del pesce, soprattutto nella fascia costiera.

Duecentoventidue pagine corredate di fotografie e quaranta antiche ricette dove l’autrice fa una ricerca dei cibi sconosciuti di Sicilia e dove si impara a mangiare bene e in modo sano, proprio perché “mangiare è sempre un atto culturale – dice l’autrice – dando alla parola cultura quel senso lato che molti le hanno negato. Il cibo è un elemento di aggregazione che consente di far festa, “rompere il ghiaccio”, sconfiggere ogni inibizione, accendere passioni. In una riunione informale fra amici come in un pranzo ufficiale, il cibo permette di comunicare piacevolmente, condividere sensazioni, creare una sorta di ponte tra noi e l'altro, ricoprendo un peso rilevante nelle dinamiche sociali”. Nel campo culinario molto è sconosciuto agli stessi siciliani: esiste un universo sommerso di cibi apprezzati e familiari solo in alcune zone, a volte addirittura solo in un quartiere, o che si possono comprare in una singola pasticceria o panificio: vere e proprie “reperti” da conoscere e preservare. Ogni siciliano, specie se di una certa età, conserva alcuni di questi misconosciuti brandelli di cultura, legati ai propri ricordi d’infanzia o all’esperienza ancora viva del quotidiano.

giovedì 18 dicembre 2008

Madri che uccidono i figli maschi. Per amore di Pace. di Paolino Accolla


La strage degli innocenti continuerà.


Per le donne di due villaggi nella giungla di Papua New Guinea, eliminare con metodo i neonati maschi è l'unico mezzo per fermare la guerra tribale che da oltre vent'anni semina miseria e morte nella regione di Gimi , sull'altopiano orientale. " Gli uomini non ragionano , continuano ad uccidersi", ha detto la moglie di un guerriero ad un cronista di un quotidiano locale.


Le donne di Goroka e Amosa sono disperate , non hanno piu' lacrime ma hanno deciso - tutte insieme - che continueranno a soffocare i neonati maschi come fanno ormai da qualche anno.

La guerra si fermerà quando non ci sarà nessuno a combatterla.

Dedicata a Eluana


Occorre volare in questo tempo, dove?

Senz'ali, senz'aereo, volare indubbiamente:
ormai i passi passarono senza rimedio,
non elevarono i piedi del viandante.

Occorre volare a ogni istante
come le aquile, le mosche e i giorni,
occorre vincere gli occhi di Saturno
e stabilire lì nuove campane.

Ormai non bastan più scarpe né strade,
ormai non serve la terra agli erranti,
ormai attraversaron la notte le radici,

e tu apparisti in altra stella determinatamente transitoria,
trasformata alla fine in un papavero.

Pablo Neruda

mercoledì 17 dicembre 2008

Vietato essere romantiche


I sogni son desideri?


Guardare troppe commedie romantiche può far male alla vita sentimentale. Lo afferma uno serissimo studio dell'Università Heriot Watt di Edimburgo.

I rischi? Aspettative poco realistiche per quanto riguarda le relazioni amorose.


Ricordatevi donne: la vita non è meravigliosa. Il sesso non può essere perfetto, la telepatia amorosa è soltanto una illusione. Il principe azzurro non esiste, l'anima gemella, ammesso che esista, non la incontrerete mai. Le affinità elettive sono roba da romanzo d'appendice, "I Promessi Sposi" sono il risultato di una notte da incubo del Manzoni, Beatrice in realtà era un noto trans fiorentino, Lancillotto e Ginevra si erano conosciuti in un privè dell'epoca chiamato "I cavalieri della Tavola Rotonda" e Giulietta non era altro che la fiammante fuoriserie che aveva ricevuto in dono per il suo compleanno lo scapestrato Romeo.


Vogliamo fare un appello ai serissimi professori di Edimburgo:


Perchè volete toglierci il romanticismo? Perchè impedirci di sognare come Cenerentola di trovare il nostro principe azzurro grazie ad una Manolo Blahnik?

Caro Renato


Il lavoro è donna e le donne lo sanno benissimo, caro Renato, gli uomini lo sanno un pò di meno o almeno fanno finta di non saperlo ma i dati , se avessi il tempo e la voglia di leggerli, non lasciano dubbi. L'ISTAT li ha raccolti in un volumetto dal titolo benevolo "Conciliare lavoro e famiglia" e trattandosi di indagini campionarie sono forniti dai diretti interessati in questo caso le donne.


Figurati che persino in quei Paesi, come la Scandinavia, nei quali la parità uomo-donna è più radicata, la divisione dei compiti fra gli uomini e le donne non ha subito trasformazioni radicali.

Immaginati quale possa essere la situazione in un Paese mediterraneo come il nostro, imbevuto di archetipi e di pregiudizi vari sull'universo femminile.

La situazione delle donne italiane nella società, in ufficio, a casa è persino peggiore di quella delle donne di Paesi considerati tradizionalmente ad alto tasso maschilista, come la Spagna e la Grecia.

Vogliamo ricordarti, caro Renato, che la situazione degli asili nido, del tempo pieno a scuola, dei servizi offerti, dei pacchetti di aiuti per i figli è assolutamente inadeguata ad un Paese civile come dovrebbe essere il nostro e non permette alle donne di conciliare la dimensione domestica con la dimensione socio-lavorativa. In poche parole: fra lavoro a casa e in ufficio, le donne iniziano prima, finiscono dopo, dormono meno degli uomini e delle altre colleghe europee, hanno meno tempo per sè. Si sudano la giornata sette giorni su sette senza mai staccare la spina, neanche nei fine settimana. Nessuna donna al ritorno dal lavoro si butta in poltrona senza alzare più un dito, mentre così fa un uomo italiano su tre.


Ti chiediamo e vorremmo che rispondessi a questa semplice domanda: dopo questa brevissima missiva sei sempre del parere di parificare l'età pensionabile delle donne a quella degli uomini e cioè a 65 anni?

Morire in nome della legge



"Il decreto non ha bisogno di alcuna ulteriore certificazione di esecutività perchè la legge dice che tutte le volte che un provvedimento giudiziario non è più soggetto ad impugnazione diventa definitivamente esecutivo" Sono le parole del Giudice della prima sezione civile della Corte d'Appello di Milano Filippo Lamanna , colui il quale lo scorso luglio autorizzò con un decreto il papà di Eluana Englaro ad interrompere l'alimentazione e l'idratazione artificiali che da quasi 17 anni tengono in vita la figlia , in coma vegetativo permanente.


Da mesi leggo di Eluana dalle pagine dei giornali, la guardo sorridere in una foto quando era una ragazza come tante altre , piena di sogni , di aspettative, di progetti per il futuro . Mi chiedo cosa avrei fatto io come madre se fosse successo a me ed è una domanda che da mesi mi pongo pur non avendo ancora trovato una risposta. Ma esiste una risposta? E il mio pensiero va al papà di Eluana , a questo padre che chiede di staccare la spina, che chiede con grande dignità di porre fine ad una vita che vita non è, che si fa voce di Eluana, come solo un padre sa fare, per dire che essere attaccati ad una macchina non è vivere , che Eluana avrebbe voluto così. Perchè lei amava la vita, amava il rumore del mare, amava guardare un tramonto, perchè Eluana voleva come tutte le ragazze innamorarsi, ridere , ascoltare una canzone, piangere.

E' così difficile comprendere cosa si agita nel cuore di questo padre? E' così difficile capire che mai nessun genitore vorrebbe prendere questa decisione?

E allora facciamo silenzio, almeno in questo caso, il nostro Paese, dia dimostrazione di maturità. Rispettiamo la decisione di questo padre e di Eluana e da questo caso apriamo una dibattito serio e rispettoso sul testamento biologico, perchè non ci debbano essere altre Eluane sbattute in prima pagina solo per fare audience.











martedì 16 dicembre 2008

FemminilMente in Giallo


"Gita al largo"


di Nicoletta Urso

PARTE I

Avevano affittato un pedalò per stare un po’ da soli, al largo. Avevano trascorso un paio di ore a tuffarsi, a ridere e a scherzare e ora, stanchi, si baciavano seduti sul pedalò quando ad un certo punto sentirono come un tonfo, come se il pedalò avesse sbattuto contro qualcosa e si fosse bloccato. Guardarono e rimasero atterriti: un corpo era incagliato alla loro imbarcazione.
Per qualche momento non ebbero reazioni, poi il ragazzo prese il telefonino dai pantaloncini e telefonò al 113. In attesa dei carabinieri stettero seduti abbracciati chiedendosi chi fosse quell’uomo: forse un clandestino, uno di quei disperati che attraversavano il Mediterraneo in cerca di fortuna e che venivano buttati in mare in caso di disgrazia..
Quando i carabinieri arrivarono però constatarono che il morto, ormai in acqua da diversi giorni, era un Siciliano. In quel che restava del documento di identità fu rilevato nome, cognome e domicilio.
Si trattava di Antonio Vella di 45 anni sposato e residente a qualche centinaio di chilometri dal ritrovamento.

Qualche settimana prima la moglie ne aveva denunciato la scomparsa. I Carabinieri quando, dopo un paio di giorni, avevano ritrovato l’auto di Antonio abbandonata aperta in una zona isolata frequentata abitualmente da coppiette avevano pensato, visto che era un impenitente donnaiolo, che si fosse allontanato con una donna. Ma dopo una decina di giorni non essendo ancora tornato avevano ripreso le indagini.

Interrogata dal Maresciallo la moglie aveva dichiarato che il loro matrimonio procedeva da più di vent’anni senza problemi e che non avevano difficoltà economiche, in quanto ad avventure femminili lei non aveva mai avuto alcun sospetto.
Il realtà non era così, in molti sapevano che il loro matrimonio era avvenuto solo perché il padre aveva minacciato di morte Antonio se non avesse sposato la figlia incinta. Lui era restio perché aveva considerato la ragazza una delle sue tante avventure e anche perché malgrado quella faccia da santarellina sapeva che in realtà lei non era alle prime armi...(CONTINUA...)

Gli aforismi di FemminilMente



"Adoro i partiti politici: sono gli unici luoghi rimasti dove la gente non parla di politica".


Oscar Wilde

La luna a Morgantina


Mi piace vedere la luna
spiarmi da dietro una duna
e in questa notte stellata
mi sembra di essere tornata
una bambina
che gioca per antiche strade
a nascondino
con la luna
che fa capolino
Nicoletta Urso

La città delle donne - I Puntata - ovvero il punto di vista felliniano


La città delle donne




Film di Federico Fellini del 1980 con Marcello Mastroianni, Anna Prucnal, Ettore Manni, Bernice Steegers.


Presentato fuori concorso al Festival di Cannes 1980.


All'epoca della sua uscita, il film suscitò grandi polemiche sulla stampa e forti critiche da parte dei movimenti femministi. Il racconto, pur snodandosi in una dimensione onirico-fiabesca, propone la tesi, dal punto di vista maschile (o maschilista?) di una donna emancipata ma, proprio per questo, incapace di costruire un rapporto vero con l'uomo, descritto come un essere in stupita difesa che riceve attacchi generici e generalizzati in relazione al proprio patrimonio genetico, una sorta di "pulizia etnica di genere". Il film tenta in qualche modo di trarre un bilancio dei precedenti lustri di lotta per l'emancipazione femminile, che avevano completamente stravolto l'immagine ed il ruolo della donna nella società italiana.




Curiosità

Il film sarà la grande occasione per Donatella Damiani, una semi sconosciuta e formosa attricetta che, pur interpretando un personaggio marginale, riuscirà a divenire il sex symbol di quell'anno, ottenendo le copertine di molti periodici ed alcune scritture cinematografiche come protagonista.



Trama

Protagonista della vicenda è Snaporaz, un uomo maturo, incauto ed indifeso che, durante un viaggio in treno con la moglie Elena, conosce una donna misteriosa e decide di seguirla, scendendo in un'irreale stazione in mezzo alla campagna. Il film così inizia, con una sorta di ingresso simbolico nel pluridimensionale e pericoloso pianeta-donna. Seguendo la sconosciuta, Snaporaz si ritrova in un albergo, nel bel mezzo di un tumultuoso congresso di femministe che parlano per slogan e formule preconfezionate, procedono su temi frusti e rivendicazioni scontate che, tuttavia, il protagonista non riesce a comprendere. L'atteggiamento ostile e castrante delle femministe, consiglia Snaporaz ad una fuga precipitosa che lo porta nel castello di Katzone, un maturo santone dell'eros che vegeta nell'adorazione di una femminilità ormai desueta e nella vana attesa di un ritorno agli antichi splendori, custodendo gelosamente e metodicamente un reliquiario sessuale, popolato da donne formose e provocanti, autentici simboli della donna - oggetto.


Il racconto conduce infine ad un'aula di tribunale, dove uno Snaporaz, per certi versi un pò kafkiano in quanto inconscio della propria "colpa", viene condannato dalle femministe che lo portano in un'arena, ove assistere al suo pubblico linciaggio. Si risveglia sul treno, davanti alla moglie Elena.

sabato 13 dicembre 2008

Rapporto 2008 sulla qualità della vita: La classifica delle città italiane. Al primo posto Siena, maglia nera per Agrigento, Enna e Napoli.



Il rapporto sostiene che la Toscana , il Trentino Alto Adige , l'Emilia Romagna e in generale il centro nord sono le regioni dove si vive meglio :E' Siena in particolare , la numero uno , la città che, per servizi, lavoro, ambiente, sicurezza , mancanza di disagio sociale , popolazione, tempo libero e tenore di vita ha ottenuto il riconoscimento di città dove si vive meglio. Maglia nera invece alla provincia di Agrigento , che nella classifica è all'ultimo posto preceduta da Enna e Napoli. E' comunque tutto il sud a uscire con punteggi bassissimi , con le prime province - Campobasso e Bari-che si trovano al 41° e 48° posto. Si vive bene anche a Trento e Bolzano (rispettivamente seconda e terza)


Al di la di una mera elencazione che può trovarci più o meno d'accordo riguardo alla vivibilità di alcune città rispetto ad altre io vorrei capire perchè nessuna parola è stata spesa per chiarire il perchè di questo penuntimo posto di Enna.


In fondo è il nostro capolugo di provincia, la città a cui tutti guardiamo , il luogo dove si decide della politica provinciale .Eppure nessuno si è sentito di fare una osservazione, un commento, una critica, un plauso. Perchè? Certo è che Siena ed Enna sono due città lontanissime tra loro e non soltanto chilometricamente parlando. Quanti di noi tornando da Siena per un viaggio ne hanno decantato le meraviglie? Una città bellissima, un centro storico curatissimo, niente traffico, tanto verde , servizi ai cittadini e ai turisti assolutamente efficienti. Ho avuto il privilegio di essere ospite della contrada della chiocciola durante il Palio di Siena di qualche anno fa e ancora oggi porto nel cuore la passione dei senesi e il loro grande amore per il palio. Ho conosciuto una città che si fa carico dei bisogni dei suoi cittadini tutti i giorni. Mi chiedo: se dovessi parlare di Enna cosa potrei dire? Città bellissima per la sua posizione geografica, carica di storia ma invivibile. Servizi ai cittadini inefficienti , centro storico degradato, musei chiusi, servizi offerti ai turisti scadenti, traffico caotico , pochissimo verde e tenuto male , mancanza di lavoro , eventi culturali quasi nulli, grande disagio sociale , tenore di vita basso. Il famoso modello Enna di cui tante volte ho sentito parlare alla fine si è rivelato un grande fallimento. Lo scempio della parte bassa della città è sotto gli occhi di tutti. Palazzi e ancora palazzi , niente verde, nessuna albero , nessuna pista ciclabile , nessun giardinetto dove i bambini possono giocare, nessuna panchina dove fermarsi a leggere un libro.


Eppure c'era tanto spazio! tanto verde! Poteva essere la scommessa degli amministratori. Una città immersa nel verde dove sarebbe stato bello vivere, giocare, invecchiare e invece abbiamo perso un'occasione e per sempre. Ci meritiamo quel posto , ce lo siamo conquistati nel tempo , sordi e ciechi non abbiamo voluto sentire e vedere come si stava altrove. Voglio fare una proposta: chiamiamo ad Enna gli amministratori di Siena perchè ci vengano ad insegnare come si fa a diventare i primi della classe!

venerdì 12 dicembre 2008

Il questionario di Proust

FemminilMente ispirato al questionario di Proust

La cosa che mi piace di più di me stessa:

La cosa che più detesto di me stessa:

Quello che mi fa piacere un uomo:

Quello che mi fa piacere una donna:

Cosa ci vuole per diventarmi amico:

La volta che sono stata più felice:


La volta che sono stata più infelice:

In che cosa mi trasformerei, se avessi la bacchetta magica?

Cosa sognavo di fare da grande?

L'errore che non rifarei:

La persona di cui sono segretamente ma follemente innamorata:

La persona che invidio di più:

La persona che ammiro di più:

La persona che ringrazio Dio di non essere:

L'incontro che mi ha cambiato la vita:

Tre libri da portare sull'isola deserta:

Il libro che dovrebbe avere un seguito:

Il rosso o il nero?

Il capriccio che non mi sono mai tolta:

L'ultima volta che ho perso la calma:

Chi vorrei fosse il mio angelo custode?

La volta che mi sono sentita fiera di essere italiana:

La volta che mi sono vergognata di essere italiana:

Cosa farei per sostenere ciò in cui credo?

Come vorrei morire?

Il questionario di Proust


FemminilMente ispirato al questionario di Proust.




La cosa che mi piace di più di me stessa:
La mia esuberanza.
La cosa che più detesto di me stessa:
La mia impulsività.
Quello che mi fa piacere un uomo:
L'affidabilità e la gentilezza.

Quello che mi fa piacere una donna:
La capacità di entrare in empatia.

Cosa ci vuole per diventarmi amico:
E' una questione di affinità elettive. O ci sono o non si possono inventare.
La volta che sono stata più felice:
Quando ho amato.

La volta che sono stata più infelice:
Quando ho amato.
In che cosa mi trasformerei, se avessi la bacchetta magica?
Non vorrei trasformarmi in nulla di diverso da quella che sono. Mi piaccio così.

Cosa sognavo di fare da grande?
L'attrice drammatica.
L'errore che non rifarei:
Io non parlo mai di errori. Preferisco definirli esperienze. Ed ogni esperienza ha una sua dimensione ed un suo perchè.

La persona di cui sono segretamente ma follemente innamorata:
Me stessa. In fondo se non fossimo segretamente e follemente innamorati di noi stessi come potremmo amare gli altri?
La persona che invidio di più:
Il vizio dell'invidia non mi è mai appartenuto.

La persona che ammiro di più:
Quella che ha il coraggio di guardarsi dentro senza avere paura di quello che può scoprire.

La persona che ringrazio Dio di non essere:
Una persona che trascorre la vita aspettando e commentando i passi falsi degli altri. Forse perchè in realtà non ha una vita.

L'incontro che mi ha cambiato la vita:
Tutte le persone che ho incontrato nella mia vita in qualche modo me l'hanno cambiata. Ogni incontro è stato in un certo qual senso determinante.

Tre libri da portare sull'isola deserta:
"Le affinità elettive" di Goethe, "Il fu Mattia Pascal" di Pirandello, "L'insostenibile leggerezza dell'essere" di Kundera.



Il libro che dovrebbe avere un seguito:
"Il nome della rosa" di Umberto Eco.



Il rosso o il nero?
Senza ombra di dubbio il rosso.



Il capriccio che non mi sono mai tolta:
Il giro del mondo.



L'ultima volta che ho perso la calma:
Prima di perderla dovrei trovarla.



Chi vorrei fosse il mio angelo custode?
San Michele.



La volta che mi sono sentita fiera di essere italiana:
In occasione della protesta degli studenti e dei ricercatori contro la riforma "oscena" della Scuola.



La volta che mi sono vergognata di essere italiana:
Alle ultime elezioni politiche.



Cosa farei per sostenere ciò in cui credo?
Quando credo in una causa non posso fare a meno di sostenerla. Anche a costo di "sfidare" le gerarchie di potere. Naturalmente utilizzando i mezzi consentiti dall'esercizio legittimo della democrazia.



Come vorrei morire?
In pace con me stessa e con il mondo.









Sibilla 75

Il decalogo di Ciccio


- Ricordati di pulirmi la ciotola

- Portami a passeggio per i miei bisognini quotidiani

- Gioca con me

- Ricordati di mettermi l'anti-pulci

- Spazzolami tutti i giorni

- Non farmi mangiare porcherie (OGM)

- Non portarmi con te alle riunioni del tuo partito

- Trovami una bella cagnetta affettuosa

- Fammi seguire da un bravo veterinario

- Non abbandonarmi quando vai in vacanza

mercoledì 10 dicembre 2008

Sensi di colpa conditi...



A volte non c'è niente di meglio di una chiaccherata tra amiche magari condita da una bella fetta di pane e nutella e innaffiata da un bel passito di Pantelleria...superata la fase del "mi sento im colpa" (che è quella più drammatica!) ci immergiamo in un'atmosfera da confidenze inaspettate e inaspettabili...non ho mai capito se è colpa della nutella o di qualche ingrediente che si trova nel passito!...Una mia amica ha la tendenza ad elucubrazioni di natura filosofico-esistenziale davvero a rischio di suicidio per le povere spettatrici e ascoltatrici delle sue esternazioni. Poi c'è l'appassionata di religioni alternative e letture mistico-divinatorie. Per non parlare dell'amica in politica sempre lì a controllare le stato delle sedute parlamentari. O l'amica impegnata nel sociale, sempre pronta a sobbarcarsi tutte le battaglie, soprattutto quelle perse in partenza. Ma davanti ad una fetta di pane e nutella tutte le nostre differenze si azzerano. Ogni differenza nello status sociale o nella dimensione di vita scompare come per magia. Ed eccoci a parlare di emozioni, sensazioni, sortilegi, conquiste, amore. Noi donne siamo così a volte. Senza difese, senza trucchi, senza etichette. In fondo cosa c'è di più bello di un gruppo di amiche che mette a nudo la propria anima senza paura di essere giudicate?...Alla fine l'unico senso di colpa di cui non riusciamo mai a liberarci è quello di avere esagerato come sempre con la nutella...ma è questo il prezzo da pagare per le nostre confidenze:sensi di colpa conditi!
Una domanda però mi sento di farvela care amiche di FemminilMente:voi riuscite ad immaginare una congrega di uomini che si scambiano confidenze davanti ad una fetta di pane e nutella?...Ma certo questa è un'altra storia.

sabato 6 dicembre 2008

Donne e Bilanci pubblici - Bilanci di genere


L’analisi di genere dei bilanci pubblici è un insieme di processi e di metodologie che
valuta, in un’ottica di equità e di pari opportunità, l’impatto su uomini e donne delle
politiche sociali ed economiche e degli interventi pubblici.
Le politiche economiche e le scelte delle amministrazioni comunali, provinciali, regionali o
del governo nazionale non sono neutre, infatti impattano in modo diverso su uomini e
donne essendo diverso il loro ruolo e potere sociale.
Analizzare i bilanci delle amministrazioni pubbliche in un’ottica di genere significa vedere
su chi ricadono i benefici e gli effetti delle politiche e delle azioni amministrative e allo
stesso tempo favorire l’integrazione delle politiche locali con quelle nazionali ed europee
che, da anni, propugnano le Pari Opportunità e la trasversalità (mainstreaming) dell’ottica
di genere in tutte le azioni di sviluppo politico, culturale, sociale ed economico.
Il Bilancio di Genere è uno strumento di giustizia sociale e di Pari Opportunità non
soltanto a favore delle donne e degli uomini adulti, poiché permette di analizzare le azioni
di governo anche per il loro impatto sulle differenti classi di età (bambine/i, ragazze/i,
anziane/i) rispondendo ai loro bisogni specifici.

Una città a misura di bambino



Un tempo le città erano luogo di incontro e di scambio, luogo dove si poteva passeggiare tranquillamente, fare acquisti di ogni genere, socializzare. La città era il primo posto di socializzazione per tutti gli individui, era la prima scuola di educazione civica e la prima fonte di apprendimento sociale. Purtroppo però oggi gli spazi verdi sono sempre più ridotti, i grandi parchi non ci sono e laddove ci sono si trovano in condizioni penose e risultano sempre più affollati. Anche le persone sono meno tolleranti, capita di trovare il signore infastidito dal rumore della palla di un gruppo di ragazzini, o la signora che si lamenta di non riuscire a passare comodamente tra un passeggino fermo su un marciapiede e una mamma piena di borse della spesa, che nel frattempo sta dando da bere al bambino che iniziava a strillare. Una vera giungla. Ma dove si vuole arrivare? Le città hanno oramai preso come punto di riferimento l'adulto ed è probabile che questa sia proprio una delle cause del degrado generale; ricordiamoci che il bambino è un cittadino e, proprio perchè piccolo, ha bisogni ed esigenze a cui è necessario dar voce con la mediazione degli adulti . Tentare di proteggere i bambini dal disagio sociale di oggi richiudendoli in aree specializzate e segregate ne impoverisce la crescita e contribuisce a promuovere una condizione sociale sempre più dominata dall'individualismo. Oggi sono pochi i bambini che possono vivere l'avventura di esplorare e conoscere la propria città: l'ansia dei tanti pericoli, i rischi derivanti da un traffico incontrollato, strade costruite solo per le auto e tante barriere fisiche e mentali impediscono ai più piccoli di crescere fuori dalle mura di casa. Riappropriarsi degli spazi urbani, del poter vagabondare, del poter compiere da soli alcuni tragitti e poter stare in vari luoghi di aggregazione, del frequentare in autonomia quei luoghi informali di comunità che sono le strade, le piazze ed i giardini, rappresenterebbe una conquista per i più piccoli ma farebbe respirare anche ai più grandi una nuova dimensione di libertà. Forse non ci stiamo rendendo conto che stiamo perdendo le nostre città e le nostre più antiche origini: stiamo perdendo la possibilità di crescere e di far crescere le future generazioni in ambienti ricchi di storia e di cultura, ma stiamo anche perdendo la veridicità di questi ambienti, che sono sempre più omogenei e standardizzati e non si distinguono quasi più l'uno dall'altro. La qualità della città che vogliamo dovrebbe essere il frutto di studi attenti e di lunga durata, uno studio che non contrapponga gli interessi economici e lo sviluppo alla qualità sociale ed ambientale dei luoghi in cui viviamo, uno studio centrato sulla ricerca del benessere e della vivibilità, uno studio che dia sempre più spazio ai bambini, che rimangono comunque il metro più valido di giudizio per gli adulti: dove loro riescono a giocare, noi riusciamo a vivere.

Gli aforismi di FemminilMente


“Potersi concedere interamente e completamente è il più grande lusso che conceda la vita. Il vero amore incomincia soltanto a questo punto di dissoluzione.”


Henry Miller, Sexus