lunedì 18 ottobre 2010

Lo strano caso del neo-segretario Pd di Piazza Armerina anti Nigrelli


E' Ranieri Ferrara il nuovo segretario del Pd di Piazza Armerina. Segretario "tesserofero" (portatore di tessere), autodefinitosi in più occasioni referente dell'area Lumia, dalla quale solo per l'occasione della due giorni del 16 e 17 ottobre è stato costretto ad emanciparsi, pena l'autoesclusione dall'agone congressuale per ordini superiori, ha accettato di "contaminarsi" con altre entità non ben circoscrivibili, riuscendo così ad essere eletto con la partecipazione al voto soltanto di appena la metà della base del partito avente diritto al voto. Da qualcuno definito malignamente segretario d'azienda, terzo segretario dopo i due dimissionari Concetto Prestifilippo e Alessandra Tigano, vedremo quanto resisterà in carica. Congresso grottesco, in cui non si è neppure votato per la segreteria provinciale, con il seggio aperto in vistoso ritardo rispetto ai tempi annunciati e votati all'unanimità dall'Assemblea e snobbato appunto per una serie di motivi da metà del partito. Una segreteria nei fatti disconosciuta dalla Giunta intera e dai nomi più rappresentativi del Pd, che hanno deciso di non contrapporre alcuna lista, come forma democratica e civile di protesta, prendendo così vistosamente le distanze rispetto ai metodi da Prima Repubblica utilizzati per raggiungere l'obiettivo. Intanto il Partito in città, con il neo segretario uscito vincente dalle urne in quanto unico candidato alla carica, per l'ennesima volta ha perso l'occasione per essere anche convincente. Martedì in Consiglio comunale in sede di riequilibrio di bilancio vedremo come si comporteranno i consiglieri autodefinitisi autonomisti Pd (Capizzi, Failla, Azzolina, Centonze, Monasteri), a detta dello stesso Ferrara padri estensori del documento anti-Nigrelli che è poi la bislacca mozione congressuale con relativa richiesta di azzeramento della Giunta di governo cittadino monocolore Pd (il segretario + i 5 consiglieri cosidddetti autonomisti + un vecchio saggio ad hoc sommati equivalgono esattamente al numero degli assessorati a disposizione dopo l'eventuale azzeramento), nonchè esecutori materiali delle fantasmagoriche strategie politiche di un paio di ex socialisti di grande spessore della Primissima Repubblica. A Ferrara il compito di far quadrare il cerchio in questo bailamme generale. Altro che teatrino della politica. Qui siamo andati ben oltre. Siamo sul genere degli illusionismi alla David Copperfield. Solo che stavolta non abbiamo Claudia Schiffer dietro le quinte, bensì qualche triste burattinaio di provincia.

sabato 2 ottobre 2010

A Piazza Armerina sospese le sterilizzazioni dei cani randagi - il Comune chiede l'intervento del Prefetto


Sospeso il servizio di sterilizzazione dei cani randagi. Il Vicesindaco di Piazza Armerina Teodoro Ribilotta e l’Assessore alla Sanità Innocenzo Di Carlo, nel corso della conferenza stampa del 30 settembre convocata presso la Sala delle luci, hanno informato che lunedì 27 di concerto con l’Azienda sanitaria provinciale sarebbero dovute partire le sterilizzazioni di cinque cani, già individuati e prelevati, nei locali della Ronza messi a disposizione dall’Azienda Foreste e Demani. Infatti, l’Amministrazione Nigrelli sul tema è stata pioniera in provincia, avendo già effettuato la microchippatura dell’intera popolazione canina del territorio e sarebbe stata pioniera anche questa volta se lunedì 27, a processo già iniziato e con i cani già prelevati, non le fosse stato comunicato che le sterilizzazioni non sarebbero potute partire per problemi non precisati. Il Comune così ha dovuto allocare provvisoriamente e per qualche giorno i cani presso i locali di contumacia dell’area ex Siace, dove i volontari delle associazioni animaliste si sono recati per prestare loro le dovute cure, in attesa che le altre istituzioni coinvolte consentano le sterilizzazioni programmate. E’ noto che sul sito della Ronza, di proprietà regionale, sono presenti un ambulatorio veterinario e, provenienti da un vecchio canile, dei box a parte per il ricovero pre e post-operatorio. Da qualche anno su quella sede gravitano i volontari della LIPU, che sono stati autorizzati ad utilizzare i locali per gli interventi sui volatili. Il sospetto di qualcuno è che vi sia stato all’ultimo momento un loro intervento teso a stoppare l’attività di sterilizzazione canina, anche se non se ne conoscono i termini. Tuttavia, non è accettabile, qualunque siano i motivi della diatriba, che ad un’Amministrazione comunale che vuole fare il suo dovere dopo anni di passate Amministrazioni a dir poco distratte sul tema, venga impedito di farlo. Ci troviamo infatti in una situazione di grave emergenza e sicuramente l’azione combinata della microchippatura canina con la sterilizzazione dei cani avrebbe potuto scongiurare pericoli per la salute e l’incolumità dei cittadini. Adesso la parola passa al Prefetto di Enna che, allertato dall’Amministrazione Nigrelli, ha già garantito il suo intervento per sbloccare l’impasse. A questo punto, è auspicabile la convocazione di un tavolo tecnico con tutti gli attori della vicenda, compresi quelli che, inspiegabilmente, tentano di bloccare l’intervento del Comune di Piazza Armerina.


venerdì 30 aprile 2010

30 aprile 1982: 28 anni fa Pio La Torre veniva ucciso dalla mafia

La mattina del 30 aprile 1982, insieme a Rosario Di Salvo, Pio La Torre stava raggiungendo in auto la sezione del suo partito, il PCI. Alla macchina si affiancarono due moto di grossa cilindrata: degli uomini dal volto coperto dal casco e armati di pistole e mitragliette spararono decine di colpi contro i due uomini.
Sin da giovane Pio La Torre si era impegnato nella lotta a favore dei braccianti, prima nella Confederterra, poi nella Cgil (divenendone segretario regionale) e, infine, aderendo al Partito comunista italiano. Nel 1960 era entrato nel Comitato centrale del PCI e, nel 1962 era stato eletto segretario regionale del partito. Nel 1969 si era trasferito a Roma per dirigere prima la direzione della Commissione agraria e poi di quella meridionale. Nel 1972, eletto deputato, si occupò di agricoltura. Propose la legge che introduceva il reato di associazione mafiosa, (Legge Rognoni-La Torre) ed una norma che prevedeva la confisca dei beni ai mafiosi (scopo poi raggiunto dall'associazione Libera, che raccolse un milione di firme al fine di presentare una proposta di legge, che si concretizzò poi nella legge 109/96).
Nel 1981 era tornato in Sicilia per assumere la carica di segretario regionale del partito. Svolse la sua maggiore battaglia contro la costruzione della base missilistica NATO a Comiso che egli considerava una minaccia per la pace nel Mar Mediterraneo e per la stessa Sicilia. A questo scopo riuscì a raccogliere un milione di firme in calce ad una petizione al Governo.
Ma le sue iniziative erano rivolte anche alla lotta contro la speculazione edilizia.

Dopo nove anni di indagini dalla sua morte, nel 1991, i giudici del tribunale di Palermo chiusero l'istruttoria rinviando a giudizio nove boss mafiosi aderenti a Cosa Nostra. Riguardo al movente si fecero varie ipotesi, ma nessuna di queste ottenne riscontri effettivi. Nel 1992, un pentito, Leonardo Messina, rivelò che Pio La Torre fu ucciso su ordine di Totò Riina, capo dei corleonesi, a causa della sua proposta di legge riguardante la confisc dei patrimoni dei mafiosi.
Il 30 aprile 2007 è stato intitolato a Pio La Torre, dalla giunta di centrosinistra, il nuovo aeroporto di Comiso.
Nell'agosto del 2008, la nuova giunta di centrodestra decide di togliere l'intitolazione a La Torre per tornare a quella precedente di "Generale Magliocco", un generale fascista durante la guerra colonialista d'Etiopia.
Forse un modo per ucciderlo una seconda volta?...

venerdì 9 aprile 2010

Giornata mondiale del libro: visite guidate alla Biblioteca comunale di Piazza Armerina


COMUNICATO STAMPA

Piazza, 8 aprile 2010.

Due date per celebrare la “Giornata mondiale del libro” promossa dall’Unesco. il 22 e 23 aprile visite guidate per le Scuole Superiori alla Biblioteca Comunale di Piazza Armerina.

A partire dal 1996 la data del 23 aprile è stata scelta dall’Unesco per sensibilizzare e promuovere la lettura e le attività a essa legate, attraverso la celebrazione della “giornata mondiale del libro”. La scelta di questo giorno è motivata dal fatto che proprio il 23 aprile ricorre la morte di due grandi scrittori: William Shakespeare e Miguel de Cervantes.
L’Assessorato alla Pubblica istruzione di Piazza, guidato dal Dott. Innocenzo di Carlo, di concerto con il Direttore della Biblioteca Dott. Angelo Mela e il consiglio di biblioteca riunito, per l’occasione organizzano e promuovono due giornate di visite guidate alla Biblioteca Comunale per il 22 e il 23 aprile.

Giorno 22 aprile la Dott.ssa Eleonora Giampiccolo, componente del consiglio di biblioteca ed Archeologa, esporrà agli allievi i reperti di epoca greca e romana in mostra nel piccolo antiquarium della Biblioteca e l’importanza della numismatica nell’antichità.

Durante i due giorni di visita il Vice Presidente del Consiglio di Biblioteca, Filippo Acquachiara, conoscitore del patrimonio bibliografico, con particolare riferimento a quello antico custodito in biblioteca e dei documenti dell’archivio storico comunale, illustrerà agli studenti l’importanza del patrimonio librario ed archivistico e Il poeta Pino Testa reciterà alcune sue poesie in dialetto.
Le scuole Superiori potranno prenotare la visita per telefono al n. 0935-686177 o per e.mail all’indirizzo biblioteca@comunepiazzaarmerina.it.
Le visite saranno organizzate a rotazione per le varie scuole secondo apposito calendario di modo che i ragazzi possano seguire ed apprezzare pienamente i contenuti illustrati.


Staff del Sindaco

mercoledì 24 marzo 2010

Meditate donne.. meditate



Il presidente del Consiglio ha detto che lei si guarda allo specchio e si rovina la giornata, ma Mercedes Bresso, presidente della Regione Piemonte e candidata del centrosinistra a un secondo mandato, non si fa pregare per replicare: «Verrebbe da dire che è solo una battuta mal riuscita, per due motivi: prima di tutto perché, per la verità, io sono sempre di buon umore, è difficile trovare una mia foto in cui non sia sorridente. E poi perché quanto a trucco, ne uso poco, ne ho meno bisogno di Berlusconi. Sono più giovane e meglio conservata, anche senza lifting». Dopo gli insulti del premier alla Bresso, la presidente del Pd, Rosy Bindi, le ha regalato uno specchio: «Un omaggio alla tua femminilità, al tuo coraggio e alle tue competenze», le ha detto la Bindi nel corso di un incontro elettorale ad Asti, spiegando che l'oggetto le era stato donato da una signora «qualche giorno dopo le offese in tv del premier».Anche la Bresso, nel corso del comizio che il premier Berlusconi ha tenuto ieri a Torino, è stata vittima di giudizi sul suo aspetto. «A noi piace specchiarci - ha spiegato la Bindi - perchè ci sentiamo bene con noi stesse e ci sentiamo forti così. Sono convinta che Mercedes Bresso sappia difendersi dalle volgarità del premier da sola. E non credo - ha aggiunto - che le donne italiane si sentano rispettate nella loro dignità da un uomo che riduce la donna alla sua dimensione fisica, che la valuta secondo un suo personale giudizio estetico e che le usa come strumento di corruzione politica. Anche così - ha concluso - Berlusconi contribuisce al degrado della vita civile e morale del paese».

venerdì 26 febbraio 2010

L'Ato idrico approva all'unanimità la proposta di rateizzazione del Comune di Piazza Armerina a favore delle utenze deboli


Comunicato stampa


Piazza Armerina, 26 febbraio 2010


Approvata all’unanimità la proposta dell’Amministrazione Comunale di Piazza Armerina di modifica del regolamento delle tariffe idriche delle utenze deboli.

Ieri l’Ato idrico, riunito in Assemblea, ha approvato all’unanimità l’introduzione di una nuova norma al regolamento delle tariffe idriche per le utenze deboli.
Già il 16 febbraio scorso Il Sindaco Nigrelli aveva chiesto al presidente dell’ATO idrico, Giuseppe Monaco, l’introduzione di una norma ad integrazione del regolamento per la rateizzazione degli arretrati.
Si tratta di una norma transitoria che consente alle famiglie che abbiano accumulato un debito superiore ai 1.000,00 euro e alle imprese che abbiano superato i 2.000,00 euro di arretrato di richiedere la rateizzazione fino a 12 mesi, termine che, in casi eccezionali e per importi superiori può essere ulteriormente elevato fino a 24 mesi.
L’Ato idrico aveva già introdotto con una deliberazione la possibilità di rateizzare il debito fino a 6 mesi, la norma inserisce la possibilità, per chi avesse già concordato le 6 rate, di portarle a 12, evitando così sperequazione di trattamento tra stesse categorie di utenti.
Nelle stessa seduta di Assemblea i soci hanno stabilito di prorogare i termini per la presentazione delle istanze di accesso alle agevolazioni previste dal regolamento, già scaduti a gennaio, fino al 30 settembre 2010.



Staff del Sindaco di Piazza Armerina

venerdì 19 febbraio 2010

Le parole hanno un peso




La parola ha un peso.


Non è mai leggera, non è mai un arredo. Una volta detta, una parola si fa strada nella mente, produce un pensiero, diventa azione. Le parole pronunciate non tornano indietro. Mai vista una parola ritornare nella gola di chi l’ha pronunciata o nelle dita di chi l’ha scritta. La forza delle parole è innegabile. Sta a noi non mettere la parola a servizio di quello che in Guerre Stellari era il lato oscuro della forza. Purtroppo in Italia il lato oscuro è alimentato fino all’ingrasso. Un esempio? Le sconsiderate reazioni dell’esponente della Lega Salvini dopo i fatti di Via Padova a Milano. Dopo la rissa tra maghrebini e latinoamericani (a seguito dell’omicidio di un ragazzo egiziano) la dichiarazione del Salvini è stata «rastrelleremo casa per casa» riferito agli immigrati. In una situazione delicata in cui serviva il buonsenso, si è invece usata la parola «rastrellamento». Poi è stata smentita. Ma il guaio è stato fatto lo stesso. Nessuno potrà cancellare quella parola. È stata pronunciata, sentita, sdoganata. E il passo dalla parola alla tragedia, dalla parola al campo di concentramento è breve. Questo genere di dichiarazioni non devono essere mai prese alla leggera, nascondono un abisso. Gli italiani dovrebbero essere i primi a indignarsi e a pretendere il rispetto per chi è morto a causa di quella parola. Vi faccio un esempio. Roma un sabato mattina di Ottobre, per gli ebrei è una doppia celebrazione il tradizionale Shabbat e il Succot, la festa del Pellegrinaggio. Siamo nel 1943. Alle 5.30 però gli abitanti del ghetto e non solo loro vengono arrestati. Molti saranno caricati sui treni per Auschwitz. Dovremmo rispettare i morti, dovremmo ricordare il passato, dovremmo non blaterare più parole a vanvera, mai più parlare di rastrellamenti.




Igiaba Scego

giovedì 11 febbraio 2010

Sesso, politica e videotape...


Basta con il politically correct. Oggi abbiamo deciso di essere scorrette, provocatorie, a tratti di pessimo gusto (quasi come lo sono gran parte degli uomini nella vita di tutti i giorni)...Partiamo dagli ultimi sviluppi della cronaca politica e non. E' mai possibile che in questo nostro povero, ma dal glorioso passato, Paese questi grandi/piccoli uomini di potere, questi uomini che ci comandano, che decidono del nostro destino, che con un semplice gesto sono in grado di produrre effetti anche devastanti sulle nostre povere vite, non facciano altro, tra una seduta parlamentare e l'altra, un consiglio d'amministrazione e l'altro, una sessione d'esame e l'altra, una riunione al vertice e l'altra...che andare a puttane?...

Ma dove lo trovano il tempo per fare il bene della collettività, quello della loro famiglia. quello dei loro amici, quello dei loro elettori, quello delle Istituzioni, quello dei loro partiti di riferimento, quello dei partiti alleati o alleanti? Dove lo trovano il tempo per riposarsi dalle immani fatiche che ogni giorno li attendono, passando oltretutto di talk show in talk show, da programmi di intrattenimento politrico a tribune politiche propriamente dette, da interviste sui maggiori quotidiani nazionali a dichiarazioni sulle televisioni anche straniere, per non parlare dei libri che riescono a scrivere nei ritagli di tempo. Poveri!...Forse però La Sibilla alfine ha trovato una risposta a tali quesiti. Siamo in tempi di crisi economico-strutturale. L'ultima barriera al fallimento dell'azienda Italia (per utilizzare un linguaggio caro al Presidente) è forse la neo-mania dell'Italiano medio, il gossip. Vedi a questo proposito il dilagare sul palinsesto televisivo di programmi puramente e squisitamente di stampo vojeristico (Grandi fratelli, Isole di famosi o presunti tali, Fattorie varie ed eventuali, Amici degli amici, Uomini e donne anche in versione terza età, Ballando con le stelle del firmamento e via dicendo). In un Paese fallocratico come il nostro, i nostri cari uomini di potere hanno pensato bene di sconfiggere la crisi creando gossip. E così, finalmente. la carta stampata italiana in caduta libera negli ultimi anni, la televisione generalista sovraavanzata dai palinsesti satellitari, i programmi di approfondimento politico che non interessavano più nessuno, come per magia hanno ripreso a respirare...Parlare o scrivere di Cinzia sotto il sole caraibico o visionare videotape su Brenda col suo uomo (si fa per dire!) o immaginare Patrizia sul lettone di stato o ammirare le foto del diciottesimo di Noemi contornata da amici e Papi o cercare di scoprire i nomi delle amichette di aspiranti Sottosegretari è diventato il nuovo traino dell'economia italiana. La crisi è solo roba per sfigati comunisti. Non esiste. Cosa dite? Che ci fanno gli operai di Termini Imerese sui tetti dei locali di mamma Fiat (che continua impunemente a percepire gli aiuti di Stato)? Domanda retorica e risposta scontata. Stanno lassù a guardare il Sole e l'altre stelle...

lunedì 8 febbraio 2010

Bit 2010: adesso si che mi vengono gli incubi.....

Piazza Armerina. “La grave situazione economica consequenziale ai consistenti tagli di somme dei trasferimenti regionali non ci ha consentito di poter predisporre l'allestimento di uno stand espositivo alla Bit che si svolgerà a Milano dal 18 al 21 Febbraio. Sono fortemente dispiaciuto di non aver potuto dare continuità al programma di promozione turistica iniziato l'anno scorso e che ha avuto grande successo”. Lo dice l’assessore al turismo della provincia di Enna Fabrizio Tudisco che però parla anche delle iniziative che l’ente sta mettendo in atto per la più grande manifestazione del turismo europeo. Non ci sarà lo stand ma verranno organizzate alcune conferenze stampa per portare a conoscenza gli operatori turistici degli eventi dell’ennese. Continua Tudisco “Gli eventi di portata internazionale che interesseranno la nostra provincia tra la fine del 2010 e l'inizio del 2011- mi riferisco alla Venere di Morgantina agli Acroliti e agli ori e argenti di Morgantina congiuntamente alla riapertura totale della Villa Romana del Casale dopo la ristrutturazione che tante polemiche ha suscitato, non potevano esimerci dal non organizzare - almeno - una conferenza stampa per informare la stampa specializzata in particolare, come la Provincia di Enna si prepara per accogliere il consistente flusso turistico che si spera possa rilanciare tutto il territorio provinciale. Alla BIT, nel padiglione 17 dell'assessorato regionale al Turismo, farà bella mostra di sè la copia 1/1 in vetroresina della Venere ed addirittura il Presidente della Regione Raffaele Lombardo aprirà ufficialmente le attività promozionali parlando dell'evento Venerdì 19 febbraio dalle ore 10.30 alle 12.00. La nostra conferenza – continua Tudisco - si svolgerà nella sala gialla dello stand Sicilia con gl'interventi del Presidente della Provincia Monaco e mio con la presenza dei Sindaci di Aidone, Piazza Armerina e Troina. Quest'ultima città si prepara a celebrare l'anno giubilare in onore di S.Silvestro patrono con una serie di eventi culturali di grande interesse ed è per questo che ho ritenuto importante parlare di Troina per attenzionare tutto il territorio provinciale. Al termine della conferenza stampa effettueremo, presso lo saletta riservata e in collaborazione con l'Istituto regionale della “vite e del vino” la degustazione enogastronomica dei prodotti tipici del territorio”. Dal blog di Agostino Sella



Non ci posso credere! Ditemi che è solo un incubo e che presto mi sveglierò e che a Milano alla BIT, che è una delle vetrine internazionali del turismo piu' importanti, non solo ci sarà lo stand della provincia di Enna ma ci saranno tutti i piu' preparati operatori del settore per pubblicizzare quello che si preannuncia essere l'anno degli eventi, l'anno che proietterà la nostra provincia nel panorama turistico internazionale con l'arrivo della Venere di Morgantina e la riapertura della Villa Romana del Casale, con gli Acroliti e gli argenti restituiti al nostro territorio... D'altronde siamo stati alla BIT per anni anche quando avevamo poco da promuovere e adesso mi dicono che la situazione economica non ci ha permesso di essere presenti con uno stand... ma stiamo scherzando? Forse i fondi potevano essere cercati e trovati anche con la partecipazione di sponsors esterni, magari risparmiando su altre manifestazioni.. Insomma, non mi basta che l'Assessore di turno si dica dispiaciuto. Dispiaciuto di che? Di non avere fatto abbastanza! Ditemi che non è vero che ci saranno solo conferenze stampa e degustazioni enogastronomiche tra Assessori provinciali e comunali ma che la nostra Provincia ha predisposto un ricco e articolato pacchetto turistico da vendere ai piu' importanti tour operator; ditemi che è solo un incubo e che presto arriveranno a darci una mano i cultural tourist management della cultura, profili in grado di valorizzare tutto ciò che parla di arte e cultura, professionisti in grado di promuovere il nostro territorio dal punto di vista artistico e culturale smettendo finalmente di affidare la promozione e la gestione del turismo a chi non sa nemmeno di cosa stiamo parlando...

Ditemi che presto potremo dimenticarci di quella stradella di campagna che ogni giorno viene percorsa da decine di pulman di turisti e che a breve partiranno i lavori per ospitare la Venere nella cittadina di Aidone. Ditemi, per favore, che i tavoli tecnici non faranno solo chiacchiere inutili ma che lavoreranno per risolvere i problemi che da decenni attanagliano il nostro territorio, dalla riapertura del museo Alessi alla fruizione della Castello di Lombardia, dal protocollo con la Curia per consentire l' apertura delle chiese ai corsi di lingue per accogliere i turisti stranieri... lavorare... lavorare... lavorare... Non basta immaginare orde di Cinesi o pullman di pellegrini, il turismo è altro e noi, dobbiamo ammettere, abbiamo qualche difficoltà nella gestione dello stesso... Se in questi 365 giorni - che è un tempo brevissimo - non saremo in grado di organizzarci in maniera seria e operativa forse è meglio che la Venere rimanga a Los Angeles nel suo bel museo di Malibu', la Villa Romana potremo darla in gestione ai Cinesi e potremo chiedere al critico d'arte che ci prometteva di far diventare Piazza Armerina la piu' bella tra le città d'arte la restituzione di tutto il denaro che gli abbiamo dato e che continuiamo a dargli...

Depressione: il cancro dell'anima...

"Sono certa di stare impazzendo di nuovo. Sento che non possiamo affrontare un altro di quei terribili momenti. E questa volta non guarirò. Inizio a sentire voci, e non riesco a concentrarmi. Perciò sto facendo quella che sembra la cosa migliore da fare. Tu mi hai dato la maggiore felicità possibile. Sei stato in ogni modo tutto ciò che chiunque avrebbe mai potuto essere. Non penso che due persone abbiano potuto essere più felici fino a quando è arrivata questa terribile malattia. Non posso più combattere. So che ti sto rovinando la vita, che senza di me potresti andare avanti. E lo farai lo so. Vedi non riesco neanche a scrivere questo come si deve. Non riesco a leggere. Quello che voglio dirti è che devo tutta la felicità della mia vita a te. Sei stato completamente paziente con me, e incredibilmente buono. Voglio dirlo – tutti lo sanno. Se chiunque avesse potuto salvarmi saresti stato tu. Tutto se n’è andato da me tranne la certezza della tua bontà. Non posso continuare a rovinarti la vita. Non credo che due persone possano essere state più felici di quanto lo siamo stati noi. V. "





Un'italiana su due considera la depressione più incurabile del tumore al seno, che spaventa soltanto una donna su quattro. Apparentemente si tratta di un dato sorprendente, che arriva dalla prima indagine nazionale su donne e depressione, promossa dall'Osservatorio Nazionale sulla salute della Donna (ONDa) e realizzata da Giuseppe Pellegrini, ricercatore sociale all'Università di Padova, intervistando 1.016 donne fra i 30 e i 70 anni.




Probabilmente, però, l'approccio diffuso a questa malattia, che è una malattia a tutti gli effetti, risente ancora oggi di tutta una serie di pregiudizi e condizionamenti culturali. Leggendo i dati raccolti da ONDa infatti un dato balza agli occhi e preoccupa: le donne che soffrono di depressione, oltre a ritenere la loro vita stravolta dalla malattia, in sette casi su dieci provano vergogna o senso di colpa. Le donne, che statisticamente della depressione sono le vittime più frequenti, sentono di non trovare attorno a sé la stessa comprensione che avrebbero se fossero malate di un tumore al seno o di qualsiasi altra malattia. Così, ancora oggi si sentono giudicate, provano vergogna e senso di colpa. la conseguenza più pericolosa di tutto ciò è che spesso decidono di non parlarne con nessuno. A questo proposito, un altro dato allarmante è costituito dal fatto che nel 2010 una donna con la depressione su sei non chiede aiuto. Così facendo, impedisce a sè stessa di guarire da una malattia che si può e si deve curare.




Vergogna, senso di colpa, paura: sono i sentimenti più diffusi nelle donne affette da depressione. A proposito della paura, essa probabilmente discende dal fatto che le donne conoscono gli effetti della depressione, sanno che si insinua nelle loro vite, alienandole: il 65% di loro l'ha vissuta sulla propria pelle o vista da vicino, su familiari o amici. Ma forse la temono soprattutto perché non hanno fiducia nelle cure. La maggioranza infatti pensa che le terapie possano contenere in parte le conseguenze della malattia, ma non risolvano davvero il problema. Oltretutto persino qualche studio recente ha alimentato dei dubbi in proposito, come quello condotto dall'Università della Pennsylvania, che ha coinvolto oltre 700 pazienti e che ha ipotizzato che gli antidepressivi siano efficaci soltanto nei casi molto gravi, mentre non siano determinanti nei casi lievi. A questo proposito, secondo la scuola di pensiero prevalente, nelle depressioni meno gravi, i farmaci e la psicoterapia si equivalgono e in alcuni casi la psicoterapia appare più utile. Invece, nei casi di depressione più gravi, i farmaci antidepressivi costituiscono una risposta molto valida, specie se associati alla psicoterapia. I dati mostrano che il 34% dei pazienti trattati con i farmaci guarisce e il 36% vede dimezzata l'entità dei sintomi. Se ai farmaci viene associata la psicoterapia, la percentuale dei pazienti che trae beneficio dalle cure sale a ben l'80%. Purtroppo però questo messaggio non viene percepito fino in fondo dalle donne, le quali mostrano da una parte un gradimento nei confronti del ricorso alla psicoterapia (85%), ma dall'altra una vera e propria sfiducia nei confronti del ricorso ai farmaci. Infatti, solo una su due crede che i farmaci possano fare la differenza, sebbene nelle forme medio-gravi siano indispensabili. Chi li ha provati però mostra di apprezzarli un pò di più.






Il dato che appare più sconsolante è che soltanto poco più delle metà dei pazienti arriva a curarsi, e di questi il 60% riceve trattamenti inadeguati o insufficienti. Conseguenza di queste risposte inadeguate è che il 30% dei pazienti affetti da depressione a un mese dall'inizio delle cure rinuncia a farsi curare e solo un paziente su tre segue la cura quanto e come si deve. Nelle donne tra l'altro, per motivi biologici c'è una maggiore sensibilità agli effetti collaterali dei farmaci, che inoltre hanno una diversa efficacia a seconda del momento della vita, ad esempio durante l'età fertile o in menopausa. Così molte abbandonano prima di ottenere un risultato.




La depressione è davvero il cancro dell'anima, un male sottile ma affilato, che impedisce a chi ne è affetto di vivere la vita. Forse, anche l'approccio a tratti superficiale a questa malattia ha contribuito non poco ad alimentare paure, angosce, vergogna nei soggetti malati di depressione o nei loro familiari. Ma la depressione non è una vergogna. E' una malattia. E come tale va affrontata dal paziente e dalle persone che ama. Come una qualsiasi altra malattia. Come un cancro al seno. Con paura ma anche con coraggio, con fretta di guarire ma anche con la dovuta pazienza, con i farmaci e con la psicoterapia. Purtroppo il decorso naturale della depressione come di qualsiasi altra malattia che non venga curata è la morte, in questo caso la morte provocata dallo stesso soggetto, il suicidio. Per questo è importante stare sempre all'erta e sapere riconoscere i segnali della depressione nelle persone che amiamo. Non dimentichiamolo: di depressione, se viene curata bene e in tempo, oggi si può guarire.
Dedicato a Virginia Woolf, e a tutte le donne che hanno provato almeno una volta nella loro vita il male di vivere...

"La bellezza del mondo ha due tagli, uno di gioia, l'altro d'angoscia, e taglia in due il cuore." Virginia Woolf


mercoledì 27 gennaio 2010

Se questo è un uomo



Voi che vivete sicuri nelle vostre tiepide case,
voi che trovate tornando a sera il cibo caldo e visi amici:
Considerate se questo è un uomo
che lavora nel fango
che non conosce pace
che lotta per mezzo pane
che muore per un si o per un no.
Considerate se questa è una donna,
senza capelli e senza nome
senza più forza di ricordare
vuoti gli occhi e freddo il grembo come una rana d'inverno.
Meditate che questo è stato:
vi comando queste parole.
Scolpitele nel vostro cuore stando in casa andando per via,
coricandovi, alzandovi.
Ripetetele ai vostri figli.
O vi si sfaccia la casa,la malattia vi impedisca,i vostri nati torcano il viso da voi.


Queste parole le leggo ogni mattina quando arrivo nel mio ufficio. Qualche anno fa mio fratello di ritorno da una missione di pace mi portò da Sarajevo un poster in ricordo dei morti di Srebrenica

C'è scritto: 28.000 mila vittime aspettano ancora un nome , 10.000 di queste aspettano ancora di essere ritrovate . Molti responsabili rimarranno impuniti. Nel poster ci sono le foto degli indumenti trovati nelle fosse comuni e il brano di Primo Levi "Se questo è un uomo"


Ma oggi,al di là del ricordo delle vittime della Shoah, al di là delle commemorazioni che in tutto il mondo si stanno celebrando io voglio ricordare tutte le altre vittime della malvagità umana , che non conosce limiti e penso a quante parole oggi si sprecheranno sull'altare della retorica .. Non dimenticare per far si che non si ripeta piu' la tragedia immane che si consumò nel cuore dell'Europa e io dico: non dimentichiamo che ci sono vittime innocenti anche oggi , vittime dell'incuria, vittime di quel sistema economico che dà tanto ai pochi e troppo poco ai tanti . Proviamo a leggerle con il cuore le parole che ci ha lasciato Primo Levi e forse scopriremo che ancora oggi c'è chi vive sicuro nelle tiepide case e c'è invece chi lotta ogni giorno per la sua stessa sopravvivenza ..

E Consideriamo se questo è un uomo quello che a Rosarno vive nel freddo, nel fango, nella sporcizia, non ha acqua, nè luce e si alza al mattino quando è buio e torna alla sera quando è buio;

Consideriamo se questo è un uomo quello che ad Haiti scava a mani nude per ritrovare i propri cari, quello che è disposto anche ad uccidere per un sacco di farina o una bottiglia di acqua;

Consideriamo se questo è un uomo quello che vediamo smembrato nelle immagini del TG della sera perchè vittima di un attacco terroristico che non fa differenza tra un bambino , un vecchio o una donna ;


E consideriamo se questa è una donna quella violentata, uccisa, sepolta fino alla cintola e presa a colpi di pietra;


Consideriamo se questa è una donna quella che a Favara si strappa i capelli e piange tutte le sue lacrime dietro due bare bianche, che invoca il nome delle sue figlie morte, per l'incuria e la superficialità di qualcuno;


Meditiamo, su quello che è stato e su quello che continua a essere tutti i giorni.
Mi vengono in mente le parole di Anna Frank che, nel tempo della follia assoluta credeva ancora nell'intima bontà dell'uomo. Io, sempre piu'spesso, faccio fatica a crederci.











mercoledì 13 gennaio 2010

Una donna di nome Sibilla. FemminilMente la ricorda a 50 anni dalla sua scomparsa


Non so se sono stata donna, non so se sono stata spirito. Son stata amore».

Così nella lettera dell’11 Luglio del 1927 Sibilla Aleramo esprime la sua condizione esistenziale. Che cosa vuol dire essere una donna? Al cogito ergo sum di Cartesio sostituisce l’Amo dunque sono. L’amore non è solo quello dei «brividi nella carne», ma è ciò che la rende ogni volta nuova, libera, come ogni donna dovrebbe essere. Il cuore del femminismo con Sibilla Aleramo non consiste solo nell’assumere diritti e doveri degli uomini, non è cioè rendersi uguali agli uomini, ma poter essere libere di amare, vivere, e persino morire come una donna e, tutto questo per Sibilla, significa scrivere. Si può dire che l’amore è l’essenza della poetica di Sibilla Aleramo. «Il poco che una donna riesce a realizzare nel campo della poesia è il risultato di una tensione infinitamente più tremenda della tensione virile». La tensione prodotta dalla dimensione assoluta di un vivere diverso che Sibilla paga sulla propria pelle: «La società non mi perdona proprio questo, non mi perdona che io vada sola ed indifesa, io donna, e che così condanni implicitamente, anche in silenzio il suo modo d’essere, le sue corazze, i suoi pugnali, i suoi veleni. Non mi perdona, e si vendica, ed è logico». Sibilla inizia a scrivere poesie molto tardi: «iI canto si è sprigionato da me tardi, tanto tardi, quando mi son trovata per la prima volta lontana da ogni soggezione spirituale, lontana da tutti, sola, con tanto amore in petto, ma libera, nessuno vicino che potesse udire la mia voce, nessuno più che mi tenesse, timida, muta». Sibilla canta l’amore come canta il suo essere, melodia. Riguardo ai suoi amori: «E gli uomini han creduto che io perseguissi l’arte, la libertà, la voluttà... Ma nello stesso tempo vedevano su di me il segno ineffabile di qualcosa che trascendeva tutto ciò. Ali intorno alla fronte...Aliante mondo inespresso...Parole che furon visioni e ancor non dissi...Sono tutti motivi che ritornano nei miei poemi a grandi distanze». Sibilla canta la sua unicità, la sua particolarità e cerca e a volte trova nelle braccia degli uomini che ama ciò che la distingue da qualunque altra nell’atto dell’amore così come nell’atto creativo della sua poesia. «.. Diversa da ogni altra, insostituibile, sola e di me stessa signora» Anticipando di molti anni quello in cui ci riconosciamo donne al tempo d’oggi Sibilla Aleramo ci ricorda che l’amore, non esiste come valore assoluto, che può trovare espressione nell’arte, ma soprattutto che l’amore è l’invenzione di una donna. «Perché io son nata poeta, non santa».