lunedì 8 febbraio 2010

Depressione: il cancro dell'anima...

"Sono certa di stare impazzendo di nuovo. Sento che non possiamo affrontare un altro di quei terribili momenti. E questa volta non guarirò. Inizio a sentire voci, e non riesco a concentrarmi. Perciò sto facendo quella che sembra la cosa migliore da fare. Tu mi hai dato la maggiore felicità possibile. Sei stato in ogni modo tutto ciò che chiunque avrebbe mai potuto essere. Non penso che due persone abbiano potuto essere più felici fino a quando è arrivata questa terribile malattia. Non posso più combattere. So che ti sto rovinando la vita, che senza di me potresti andare avanti. E lo farai lo so. Vedi non riesco neanche a scrivere questo come si deve. Non riesco a leggere. Quello che voglio dirti è che devo tutta la felicità della mia vita a te. Sei stato completamente paziente con me, e incredibilmente buono. Voglio dirlo – tutti lo sanno. Se chiunque avesse potuto salvarmi saresti stato tu. Tutto se n’è andato da me tranne la certezza della tua bontà. Non posso continuare a rovinarti la vita. Non credo che due persone possano essere state più felici di quanto lo siamo stati noi. V. "





Un'italiana su due considera la depressione più incurabile del tumore al seno, che spaventa soltanto una donna su quattro. Apparentemente si tratta di un dato sorprendente, che arriva dalla prima indagine nazionale su donne e depressione, promossa dall'Osservatorio Nazionale sulla salute della Donna (ONDa) e realizzata da Giuseppe Pellegrini, ricercatore sociale all'Università di Padova, intervistando 1.016 donne fra i 30 e i 70 anni.




Probabilmente, però, l'approccio diffuso a questa malattia, che è una malattia a tutti gli effetti, risente ancora oggi di tutta una serie di pregiudizi e condizionamenti culturali. Leggendo i dati raccolti da ONDa infatti un dato balza agli occhi e preoccupa: le donne che soffrono di depressione, oltre a ritenere la loro vita stravolta dalla malattia, in sette casi su dieci provano vergogna o senso di colpa. Le donne, che statisticamente della depressione sono le vittime più frequenti, sentono di non trovare attorno a sé la stessa comprensione che avrebbero se fossero malate di un tumore al seno o di qualsiasi altra malattia. Così, ancora oggi si sentono giudicate, provano vergogna e senso di colpa. la conseguenza più pericolosa di tutto ciò è che spesso decidono di non parlarne con nessuno. A questo proposito, un altro dato allarmante è costituito dal fatto che nel 2010 una donna con la depressione su sei non chiede aiuto. Così facendo, impedisce a sè stessa di guarire da una malattia che si può e si deve curare.




Vergogna, senso di colpa, paura: sono i sentimenti più diffusi nelle donne affette da depressione. A proposito della paura, essa probabilmente discende dal fatto che le donne conoscono gli effetti della depressione, sanno che si insinua nelle loro vite, alienandole: il 65% di loro l'ha vissuta sulla propria pelle o vista da vicino, su familiari o amici. Ma forse la temono soprattutto perché non hanno fiducia nelle cure. La maggioranza infatti pensa che le terapie possano contenere in parte le conseguenze della malattia, ma non risolvano davvero il problema. Oltretutto persino qualche studio recente ha alimentato dei dubbi in proposito, come quello condotto dall'Università della Pennsylvania, che ha coinvolto oltre 700 pazienti e che ha ipotizzato che gli antidepressivi siano efficaci soltanto nei casi molto gravi, mentre non siano determinanti nei casi lievi. A questo proposito, secondo la scuola di pensiero prevalente, nelle depressioni meno gravi, i farmaci e la psicoterapia si equivalgono e in alcuni casi la psicoterapia appare più utile. Invece, nei casi di depressione più gravi, i farmaci antidepressivi costituiscono una risposta molto valida, specie se associati alla psicoterapia. I dati mostrano che il 34% dei pazienti trattati con i farmaci guarisce e il 36% vede dimezzata l'entità dei sintomi. Se ai farmaci viene associata la psicoterapia, la percentuale dei pazienti che trae beneficio dalle cure sale a ben l'80%. Purtroppo però questo messaggio non viene percepito fino in fondo dalle donne, le quali mostrano da una parte un gradimento nei confronti del ricorso alla psicoterapia (85%), ma dall'altra una vera e propria sfiducia nei confronti del ricorso ai farmaci. Infatti, solo una su due crede che i farmaci possano fare la differenza, sebbene nelle forme medio-gravi siano indispensabili. Chi li ha provati però mostra di apprezzarli un pò di più.






Il dato che appare più sconsolante è che soltanto poco più delle metà dei pazienti arriva a curarsi, e di questi il 60% riceve trattamenti inadeguati o insufficienti. Conseguenza di queste risposte inadeguate è che il 30% dei pazienti affetti da depressione a un mese dall'inizio delle cure rinuncia a farsi curare e solo un paziente su tre segue la cura quanto e come si deve. Nelle donne tra l'altro, per motivi biologici c'è una maggiore sensibilità agli effetti collaterali dei farmaci, che inoltre hanno una diversa efficacia a seconda del momento della vita, ad esempio durante l'età fertile o in menopausa. Così molte abbandonano prima di ottenere un risultato.




La depressione è davvero il cancro dell'anima, un male sottile ma affilato, che impedisce a chi ne è affetto di vivere la vita. Forse, anche l'approccio a tratti superficiale a questa malattia ha contribuito non poco ad alimentare paure, angosce, vergogna nei soggetti malati di depressione o nei loro familiari. Ma la depressione non è una vergogna. E' una malattia. E come tale va affrontata dal paziente e dalle persone che ama. Come una qualsiasi altra malattia. Come un cancro al seno. Con paura ma anche con coraggio, con fretta di guarire ma anche con la dovuta pazienza, con i farmaci e con la psicoterapia. Purtroppo il decorso naturale della depressione come di qualsiasi altra malattia che non venga curata è la morte, in questo caso la morte provocata dallo stesso soggetto, il suicidio. Per questo è importante stare sempre all'erta e sapere riconoscere i segnali della depressione nelle persone che amiamo. Non dimentichiamolo: di depressione, se viene curata bene e in tempo, oggi si può guarire.
Dedicato a Virginia Woolf, e a tutte le donne che hanno provato almeno una volta nella loro vita il male di vivere...

"La bellezza del mondo ha due tagli, uno di gioia, l'altro d'angoscia, e taglia in due il cuore." Virginia Woolf


1 commento:

Anonimo ha detto...

Bellissimo il post, oltre che interessante. Oltremodo toccante la lettera. Grazie

Loredana