domenica 8 febbraio 2009

Senza titolo

Continua ad aggravarsi il bilancio delle vittime e dei casi di colera registrati in diversi paesi dell'Africa australe. La situazione piu grave resta quella dello Zimbabwe dove, secondo l'ultimo aggiornamento diffuso dall'Organizzazione Mondiale della Sanità sono 67.945 i casi finora accertati e 3.371 i decessi. Per l'Oms, riferisce l'agenzia Misna, l'epidemia colpisce soprattutto nelle campagne, mentre nei centri urbani sembra essersi stabilizzata. Per contrastare la diffusione della malattia, sostiene l'Oms, e necessario un intervento capillare: la maggior parte dei decessi avviene infatti nelle case e non nelle strutture attrezzate, spesso lontane dai villaggi. In Sudafrica i casi accertati sono stati 6.202 e 45 i decessi; secondo il ministero della Sanita, l'epicentro dell'epidemia di colera sudafricana e Bushbuckridge, un agglomerato urbano di circa un milione di abitanti al confine del Kruger National Park. In questa zona tutti i corsi d'acqua sono contaminati dai batteri dell'e.coli e del vibrione, all'origine della malattia. Meno preoccupante la situazione in Zambia dove i casi di colera circa 600 registrati nel distretto di Sinazongwe sarebbero direttamente collegati con la diffusione dell'epidemia nel vicino Zimbabwe.

Se le morti per colera e tutte le morti che avvengono nei paesi del terzo mondo potessero in qualche maniera tornare utili alla propaganda politica di Berlusconi ecco che su di essi si accenderebbero i riflettori. Nessuno degli italiani che oggi invoca il diritto alla vita ha pensato per un istante che altri esseri umani non hanno il diritto di vivere, non hanno il diritto di mangiare , non hanno il diritto di bere. Uomini , donne e bambini che ridono piangono soffrono e che sono vive e non attaccati ad un macchina, destinate alla morte.
Nessuno se ne occupa. Non si vendono i giornali , non si strappano applausi , non si fanno proclami su quelle morti e allora quelle morti non hanno neanche il diritto di occupare un trafiletto nell'ultima pagina di un qualunque giornaletto di provincia.
E c'è solo una notizia sui Tg quando si inabbissano i gommoni carichi di vite umane.
Facciamo finta di non sapere che il Mediterraneo è diventato un cimitero e che là, dietro il mare, c’è un mondo che soffre e che muore. Non ci rendiamo conto che nessuno di noi può dire di essere per la dignità dell'uomo sino a quando ci sarà un solo africano disposto ad annegare pur di non morire di fame e sete a casa propria.
In questi giorni mi sono resa conto quanto questa Italia sia cambiata e in peggio. Pervasa da un perbenismo di facciata , si mobilita davanti ad una clinica dove una donna ha deciso di mettere fine ad una vita che vita non è. Nessuno si è mobilitato per dare solidarietà ad un'altra donna "uccisa" in una sera di qualche settimana fa violata da un branco. E vogliamo parlare di donne uccise? 112 nel 2007, 149 nei primi nove mesi del 2008 ( i dati completi non sono ancora stati resi noti) Avete mai pensato a 261 corpi stesi a terra? Sono tanti 261 corpi , 261 bare , 261 donne assassinate. Se ci fosse l'occhio di un Tg ci vorrebbe una carrellata a perdita d'occhio. Ma non c'è , nè ci sarà mai un Tg a documentare questa strage di donne. Perchè le morti se non fanno audience e non vendono giornali è come se non esistessero.Quelle sono notizie che presto si dimenticano e anche su quelle si fa vile propaganda politica ma non si dice che il governo è per una cultura della vita e non si scrive un DDL e si promette di approvarlo in tre giorni.
Ho l'impressione che la tragedia di Eluana e della sua famiglia sia diventata una specie di grande fratello. Plaudo alla decisione della televisione La7 che ha deciso di non parlare di questo caso. E' quasi morbosa questa attenzione dei media che scandiscono le ultime ore di Eluana tralasciando l'opportunità di parlare di testamento biologico o di aprire un dibattito sulla fine vita. E non dimentichiamoci della legge sugli extracomunitari che invita i medici a denunciare chi arriva in ospedale per farsi curare. Ma a parte qualche medico dove sono gli italiani che si battono per la dignità della persona umana? O ci sono persone umane di serie A e persone umane di serie B?
Sono e rimarrò sempre del parere che un paese laico è un paese in cui tutti i cittadini credenti e non vengono rispettati. Dove i grandi e delicati temi legati alla vita e alla morte vengono dibattuti con serenità e senza pregiudiziali.
Nessuno mai obbligherà un genitore a staccare la spina se non lo vorrà ma di contro nessuno potrà impedirmi di decidere di avere staccata la spina se non ci saranno più le condizioni di chiamare vita una cosa che vita non è. Così come nessuno mi obbligherà a donare i miei organi o quelli dei miei cari se non lo vorrò ma di contro ci sarà qualcuno che lo farà e per questo nessuno, nè io nè l'altro potremmo essere giudicati. E' una questione di scelte. Punto.
Maria Grasso

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