lunedì 16 febbraio 2009

Sicurezza, il fallimento della propoganda di Roberto Cotroneo


Buona parte della campagna elettorale del centro-destra si è poggiata sulla sicurezza. E sul tema della sicurezza ha vinto le elezioni Gianni Alemanno contro Francesco Rutelli. E adesso? Ora l’unico dato che abbiamo è il disastro che sta avvenendo. Gli stupri, la violenza, e le volanti della Polizia che non hanno la benzina per girare a Roma e nel resto d’Italia. L’unico dato che abbiamo di questo Governo di irresponsabili è il litigio tra la Lega Nord e An sulla possibilità della castrazione chimica per i violentatori. L’unico dato vero, oltre la tragedia degli stupri, è nella pochezza culturale di questo paese. Incapace di mandare segnali veri, di mostrare coesione e responsabilità davanti a eventi come questi. L’unico dato vero è che la cultura della violenza e della prevaricazione è imperante, a tutti i livelli e con tutte le sfumature possibili. L’unico dato vero è che la politica ha mostrato da un paio di anni a queste parte un’inadeguatezza che oggi paghiamo. Illudersi che questi episodi possano essere soltanto casi isolati, di violenti ed emarginati, è un errore. E il clima di un paese che porta anche, e dico anche, a queste cose. Pene più aspre, niente arresti domiciliari agli stupratori, proclami propagandistici, spot della politica, questa è l’unica risposta. Intanto Roma sta diventando una città violenta. Eppure i preconcetti, i luoghi comuni, e l’odio politico che tocchiamo con mano oggi giorno sono alla base di quanto sta avvenendo. Una settimana fa ho preso un taxi, a Roma. Era un tassista donna, che mi raccontava di abitare in periferia e di avere una figlia di tredici anni. Quando era sindaco Walter Veltroni non la faceva uscire sola la sera, e non le faceva prendere i mezzi pubblici. Ora, mi ha detto, le permette di uscire senza essere accompagnata perché con Alemanno la città è più sicura. Le ho fatto notare che si sbagliava, e che la città è più pericolosa oggi. Ma sono stato accusato di essere uno di sinistra, che non vede le cose, e che non può sapere, visto che lei gira di notte con il taxi, ed è certa di quanto si stia più tranquilli, con più polizia in giro. Le ho detto che le volanti non ci sono perché non hanno i soldi della benzina. Ma non c’è stato verso. Sua figlia, visto che non c’è più Veltroni, va al cinema da sola, in autobus, la sera, dalla periferia verso il centro. Una cieca ideologia che poi porta alle ronde, al farsi giustizia da soli, e che mostra soltanto la disgregazione morale di una politica vuota, fatta di frasi fatte, di pene aspre, di castrazioni chimiche grottesche, di odio razziale, e di disperazioni. Ma anche di machismi sommersi, di spot pubblicitari dove le donne vengono palpate, di messaggi subliminali continui che raggiungono tutti, dagli adolescenti ai border line delle periferie, che siano immigrati o meno. Questo è il risultato. Un paese impunito in tutto, un paese senza regole. Un paese impoverito culturalmente, privo di qualsiasi etica. Dove la povera Eluana serve a prendere i voti dei cattolici, e la propaganda sulla sicurezza serve a portare il paese sempre più destra, perché la destra – secondo un luogo comune duro a morire – garantisce la sicurezza. La risposta è un patetico spot sulle macerie di un governo che non ha un progetto per fronteggiare una crisi economica senza precedenti ed è incapace di affrontare l’immigrazione in un modo sereno e responsabile.


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