giovedì 19 novembre 2009

Ma siamo proprio certi di voler bene ai bambini?



Ma siamo proprio certi di voler bene ai bambini? Questo sentimento così frequentemente proclamato, alla luce delle quotidiane violenze perpetrate nei confronti dei piu’ piccoli, mi appare tutt’altro che certo. Qualche esempio?
Più dell'85% dei bambini dai 2 ai 14 anni nel mondo è vittima di una qualche forma di violenza, dalle punizioni corporali alle peggiori forme di abuso;
Nei paesi industrializzati ogni anno il 4% dei bambini sono vittime di violenze fisiche o sessuali, spesso ad opera di familiari;
40 milioni di bambini sono vittime di abuso sessuale: 1 bambina su 4 e 1 bambino su 9 sono stati sessualmente abusati prima dei 18 anni, 2 milioni sono vittime dell'industria del sesso
1,2 milioni di minori vengono trafficati ogni anno e finiscono per essere schiavizzati in lavori pesanti o avviati alla prostituzione;
275 milioni di bambini hanno assistito ad atti di violenza domestica, diventandone spesso a loro volta vittime. Ogni anno vengono assassinati più di 50.000 bambini;
218 milioni di minori devono lavorare per aiutare le loro famiglie d’origine o sopravvivere. 165 milioni fanno lavori pericolosi;
Il 36% circa delle bambine nei Paesi in via di sviluppo si sposano prematuramente, esponendole a rapporti sessuali precoci e a gravidanze a rischio;
Centinaia di migliaia di bambine vengono sottoposte ogni anno a mutilazioni genitali, anche nei paesi industrializzati.
Attualmente in tutto il mondo vivono oltre 70 milioni di ragazze e donne vittime di questa pratica;
Oltre un miliardo di bambini vivono in paesi colpiti da guerre e conflitti;
14,6 milioni di bambini sono profughi, hanno dovuto abbandonare le loro case a causa di un conflitto o di una catastrofe naturale o ambientale, moltissimi di loro non hanno più i genitori;
Circa 250.000 bambini e bambine finiscono tra le fila di gruppi combattenti o diventano baby schiave sessuali a servizio di soldati e guerriglieri;
1 milione di minori sono detenuti in carcere, in alcuni paesi possono anche essere giustiziati con la pena di morte o condannati all'ergastolo;
Ogni anno cresce il numero dei minori che migrano da soli nei paesi industrializzati: nel 2007 in Italia ne sono stati censiti oltre 7.500, si tratta di soggetti estremamente vulnerabili a tratta e sfruttamento;
Solo in Italia tra i 400.000 e i 500.000 bambini sarebbero vittime di sfruttamento sul lavoro.
E allora mi chiedo : che mondo è quello che non si prende più cura dei bambini? Che si interessa a loro come fossero oggetti o star televisive, ma che gira la faccia quando sono lì accanto a te , bisognosi di una parola, dell’intervento di un adulto che si ponga come tale e gli dica: sono con te. E’ un mondo che non nutre speranze. Perché i bambini, che vivranno nel futuro, nel mondo che ci sopravvivrà, sono l’immagine stessa della speranza. Dovremmo averne cura, rispettarli, amarli perchè solo così potremo continuare a coltivare il sogno di un mondo migliore. Al vertice della FAO appena conclusosi a Roma è stato approvato un documento privo di strumenti efficaci per combattere la fame nel mondo che miete vittime soprattutto tra i bambini. Assenti i grandi della terra e c’è una grande delusione tra le ong per la totale assenza di impegni concreti che diano la possibilità di affrontare con politiche e risorse adeguate lo scandalo di un miliardo di esseri umani che soffrono la fame. Forse la speranza non è più viva? Forse la passione per il futuro è diventata fantascienza? Forse quel muscolo che si chiama cuore batte per altro ed è per questo allora che quel bambino lontano da noi o accanto a noi, non ci emoziona più, non ci interessa piu’?
Non finisce però tutto qui. Il fascino della vita nuova è troppo potente e, dunque, li vogliamo anche, i bambini. A carriera costruita, benessere assicurato, li pretendiamo, spesso ad ogni costo, a prezzo di tecnologie anche fredde, e crudeli. Oppure , li teniamo almeno per qualche mese, in affido, per spezzare la nostra solitudine di coppia, o rassicurarci con un gesto generoso e altruista. Oggetti di consumo? A volte è così. Ma il cuore umano è imperscrutabile, e spesso la presenza potente di un bambino apre poi la strada ad altro, alla maturazione di una sensibilità autentica, all’apertura ad una vera speranza. Dobbiamo crederci. Voglio crederci. E’ necessario per la nostra stessa sopravvivenza.


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