domenica 11 gennaio 2009

Il lavoro del papà: incubo Brunetta...


"Il tornitore alla Ferrari ha il sorriso e la dignità di dire al figlio che cosa fa, l'impiegato al catasto no", ha detto Brunetta in occasione della kermesse politica invernale del Pdl.

Secondo il Ministro della funzione pubblica, infatti, alcuni dipendenti della pubblica amministrazione (Brunetta fa l'esempio dei professori, dei burocrati, degli impiegati del catasto) "si vergognano" di dire al figlio che lavoro fanno.


Credo che l'unico commento possibile in casi come questi sia non commentare. Credo che l'unica spiegazione possibile sull'arroganza e la mancanza di rispetto che promana da dichiarazioni di siffatta gravità possa essere solo quella a seguire: "Il ministro - ha detto Podda, segretario generale della fp-Cgil - resosi conto che ormai l'opinione pubblica ha smesso di abboccare agli annunci di miracolosi risparmi e recuperi di efficienza nei servizi pubblici, visto che ciascun cittadino e impresa è in grado di verificare che tutto è come prima, ha deciso di individuare 'il nemico' e manco a dirlo il nemico è chiunque osi avere un parere diverso dal suo".


Chi è il nemico per Brunetta? La Cgil? L'impiegato della pubblica amministrazione? L'insegnante? Forse uno tra questi o forse tutti quanti insieme. L'importante è che si tratti di chi osa pensarla diversamente da lui.
Per concludere, vorrei salutare il gentile e affabile Ministro della funzione pubblica con una riflessione dedicatagli dai dipendenti "fannulloni" (così come li ha definiti lui stesso) della pubblica amministrazione:




"Il lavoro è come un palo: ha due capi. Se lavori per uno
che se ne intende gli dai qualità, ma se lo fai per uno stupido, basta
contentare l'occhio."


A. Solzenitsyn

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