domenica 8 marzo 2009

Donne, crisi e web



Creatività+Entusiasmo femminile+Internet+Crisi economica=Opportunità?




Sembrerebbe di si guardando al numero sempre crescente di imprenditrici italiane che in un momento storico non semplice per le imprese trovano nella Rete la via alternativa ed intelligente per creare attività imprenditoriali a tutti gli effetti. Soltanto su eBay sono già 5000 i negozi virtuali gestiti da donne.
La novità è che per una volta a vincere il premio della creatività imprenditoriale sono le donne del Centro-Sud. Le regioni con il maggior numero di donne imprenditrici, infatti sono Lombardia, Lazio e Campania, seguite da Piemonte, Toscana ed Emilia Romagna.

La cosa curiosa, se non fosse potenziale materiale da dibattito femminista – è che le imprenditrici online, soprattutto quelle delle regioni del Centro Sud fanno affari soprattutto vendendo prodotti per un pubblico maschile. La Toscana, ad esempio, si distingue per la vendita di articoli per il calcio e militari. L'Umbria, insieme con la Puglia, le Marche, la Basilicata e la Calabria, spicca per la vendita di accessori e abbigliamento da uomo. L'Abruzzo è la regione in cui le donne sono specializzate nella vendita di accessori e ricambi auto. I dati della ricerca non smentiscono però le eterne passioni femminili. Tra le categorie più vendute dalle italiane su eBay troviamo infatti in pole position i gioielli, in particolare gli articoli di bigiotteria e con pietre e perle, venduti soprattutto da Lombardia, Piemonte, Toscana, Emilia, Sardegna e Trentino. Al secondo posto abbigliamento e accessori, borse, scarpe e lingerie femminili, con cui le donne fanno affari soprattutto in Abruzzo, Liguria, Campania, Valle D'Aosta e Friuli. Sono diventati, invece un business nel Lazio, in Piemonte, Sicilia e Marche i prodotti di bellezza.Le imprenditrici tengono anche fuori dalla Rete. Se fare gli imprenditori in tempi di crisi non è facile, tant’è che secondo Unioncamere sono già in calo le imprese individuali, gli stessi dati ci dicono che a tenere nel 2008 sono state le piccole e piccolissime attività guidate dalle donne rispetto a quelle che hanno a capo degli uomini. Se lo scorso anno le poltrone dei piccoli imprenditori individuali si sono ridotte complessivamente dello 0,91 per cento - dice Unioncamere – quelle occupate da donne hanno infatti limitato le perdite allo 0,84 per cento, mentre quelle occupate da uomini sono calate dello 0,94 per cento. Uno su quattro dei titolari di ditte individuali è donna, il 25,5 per cento del totale nel biennio 2007-2008. Alla fine del 2008 erano complessivamente poco meno di 900 mila le donne alla guida di queste piccole e piccolissime imprese, presenti soprattutto nel commercio, nell'agricoltura e nei servizi, dove si concentra complessivamente il 72 per cento di tutte le «poltrone» rosa rilevate dall'indagine. I settori caratterizzati da una presenza preponderante di donne alla guida di imprese individuali si confermano quelli della sanità, in cui le donne rappresentano il 66,4 per cento del totale dei titolari e dei servizi alla persona, il 59,1 per cento. Presenze significative si registrano anche nell'istruzione, con il 41,6 per cento, negli alberghi e ristoranti, il 40,5 per cento, e nei servizi alle imprese e agricoltura, rispettivamente 30,9 e 30,7 per cento.Questo piccolo esercito ha resistito relativamente meglio dei colleghi uomini, in particolare nei servizi alle imprese con il 2,9 per cento di titolari donne contro del 2,3per cento dei colleghi uomini, nei servizi alla persona, con l'1 per cento a fronte della crescita zero degli uomini, negli alberghi e ristoranti e nella sanità con il 5,1 per cento contro -2,1 per cento. Sono state invece più dure per le donne le conseguenze della crisi in settori tradizionali del commercio delle attività manifatturiere, mentre decisamente negativo è stato il bilancio rosa in un settore a forte concentrazione di piccole imprese femminili come quello dell'istruzione.Il bilancio del 2008 si chiude con il segno positivo per le donne imprenditrici della Lombardia ma anche per quelle della Calabria, rispettivamente aumentate dello 0,27% e dello 0,24 per cento rispetto all'anno precedente. Insomma, in quattordici regioni su venti, le titolari donne hanno «tenuto le posizioni meglio dei colleghi di sesso maschile. Soltanto in sei casi, Basilicata, Campania, Lazio, Liguria, Piemonte e Valle d'Aosta, i titolari uomini hanno fatto meglio.

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