domenica 28 giugno 2009

La dolce vita...


Stamani a pag. 2 de "La Sicilia" spunta come per magia un'intervista a Sua Eccellenza il Vescovo di Piazza Armerina, Mons. Michele Pennisi in un articolo dal titolo quanto mai emblematico, cioè: Il Vescovo Pennisi: "Cari politici la morale non si può lottizzare". Da sempre siamo fautori della tesi in esame, e cioè che la morale non può e non deve conoscere lottizzazioni politico-partitiche. A questo proposito ci sovvengono (anche in questo caso come per magia) alla mente una serie di dichiarazioni ed interventi del Premier Berlusconi sulla morale, tendenti a sottolineare la supremazia del modello di famiglia tradizionale fondata sul matrimonio come vincolo giuridico-religioso-morale su qualunque altro modello di organizzazione sociale dei rapporti tra individui o, se preferite, di aggregazione socio-relazionale. Ricordiamo a questo proposito gli strali e le manifestazioni pubbliche organizzate dal partito del Premier nonchè da altri partiti suoi alleati contro coloro ("la feccia comunista?") che cercavano nei modi più vari di attentare all'idea della famiglia tradizionale e del sacro vincolo del matrimonio, allorquando questi soggetti -degenerati!-, per fare solo un esempio, ebbero l'ardire -ohibò!- di proporre i cosiddetti DICO, (cioè quella sorta di strumento civilistico di accordo tra le parti stabilmente conviventi, che prevedeva una qualche forma di riconoscimento da parte dello Stato degli stessi, quantomeno per tutelare la parte più debole dell'accordo di convivenza o per consentire l'assistenza nei confronti del compagno/a in caso di necessità)...Eh, sì la famiglia tradizionale si tutela così, con i richiami sollevati da improvvisati Catone, come definisce il Vescovo gli autori degli attacchi a Berlusconi e come altri potrebbero definire il Premier nei suoi interventi a favore della famiglia tradizionale, con un Presidente che rende onore alla Patria che rappresenta improvvisando, secondo quanto emergerebbe dalle rivelazioni dei giornali a proposito dell'inchiesta su Villa Certosa, duetti con Simon Le Bon o Apicella (fate un pò voi), contornato da un esercito di veline e letterine che, nella migliore delle ipotesi, sarebbero lì per ricevere a fine serata un gettone di presenza da "ragazze-immagine" , subito dopo una splendida "ola" di gruppo (di memoria calcistica?) al grido di "Per fortuna che Silvio c'è"...il tutto all'interno di una residenza dalla quale sono transitati, anche nel corso di quell'estate, Capi di Stato, politici di notorietà sovra-nazionale, importanti uomini di affari e chi più ne ha più ne metta...

Pensavamo, a proposito dell'inchiesta in corso sul Premier, allo stralunato personaggio interpretato da Ciccio Ingrassia che, nella celebre scena di "Amarcord", da sopra un albero grida a tutta voce: "Voglio una donna!..." Oppure alla scena di "Giulietta degli spiriti", in cui una frastornata Giulietta Masina entra nella strana villa dell'incantevole personaggio interpretato da Sandra Milo e scopre un universo di oscuri e bislacchi personaggi che albergano in quella casa utilizzandola nei modi più vari: chi canta a destra, chi suona a manca, chi si intrattiene in altra stanza...un pò come nel racconto di una delle teste dell'inchiesta, Barbara, che in un'intervista a Repubblica (vi consigliamo di leggerla) fa il resoconto di una giornata tipo a Villa Certosa dipingendola un pò come la casa della Milo nel film di Fellini...Eh sì Fellini...In fondo il Maestro meglio di chiunque altro avrebbe saputo raccontare la storia di Silvio, condendola di pathos e di ironia, magari con qualche scena ambientata al Circo (o a Buona domenica?) con Apicella che capeggia il trenino cantando qualche canzonetta scritta direttamente dal Premier (con testi dalla rara intensità lirica come questo suo "C'è amore": " C’è amore che si accende, come si accende una stella. Che a forza di baci ti fa sentire bella. C’è amore che ti sveglia quando la notte è scura e fa da sentinella scacciando la paura." ) oppure alle giostre (avete visto su L'Espresso le foto delle ragazze-veline-letterine sopra i cavalli della simpatica giostrina di Villa Certosa durante una delle gustose festicciole?)...


Tuttavia, volendo concludere in bellezza questa carrellata in modo serioso si potrebbe richiamare un aforisma di Chesterton sull'ipocrisia, citato nel corso dell'intervista di cui sopra da Sua Eccellenza Mons. Pennisi, Vescovo di Piazza Armerina, teologo e studioso di dottrina sociale: "L'ipocrisia è l'omaggio che il vizio rende alla virtù"...
Ma riteniamo che probabilmente il modello Berlusconi presenti delle peculiarità tutte sue che meritano un approccio alla vicenda ben più goliardico, a tratti Felliniano (o alla Brass?)...anche se forse neanche la creatività del regista Fellini sarebbe riuscita a partorire una storia così unica, originale e fuori dagli schemi tipici dell'ufficialità dei Palazzi-residenza dei Premier (con dialoghi da commedia anni '70 pecoreccio-frizzante del tipo:"Vado a farmi una doccia. Aspettami nel letto grande...")


Lasciateci chiudere con una notazione finale. Ci riempie di orgoglio che la comunità locale sia stata omaggiata in maniera così speciale, e cioè che sia stata dedicata una foto in prima pagina con relativo articolo-intervista in seconda pagina al nostro Vescovo. Non capita tutti i giorni ad un nostro concittadino, seppur così importante, di occupare un posto di tale rilievo sulle pagine di un noto quotidiano regionale come "La Sicilia" dell'editore Mario Ciancio.

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