domenica 11 ottobre 2009

L'EQUIVOCO di Paolo Borsellino




L'equivoco su cui spesso si gioca è questo: si dice quel
politico era vicino ad un mafioso, quel politico è stato accusato di avere
interessi convergenti con le organizzazioni mafiose, però la magistratura non lo
ha condannato, quindi quel politico è un uomo onesto. E no! Questo discorso non
va, perché la magistratura può fare soltanto un accertamento di carattere
giudiziale, può dire: beh! Ci sono sospetti, ci sono sospetti anche gravi, ma io
non ho la certezza giuridica, giudiziaria che mi consente di dire quest'uomo è
mafioso. Però, siccome dalle indagini sono emersi tanti fatti del genere, altri
organi, altri poteri, cioè i politici, le organizzazioni disciplinari delle
varie amministrazioni, i consigli comunali o quello che sia, dovevano trarre le
dovute conseguenze da certe vicinanze tra politici e mafiosi che non
costituivano reato ma rendevano comunque il politico inaffidabile nella gestione
della cosa pubblica. Questi giudizi non sono stati tratti perché ci si è
nascosti dietro lo schermo della sentenza: questo tizio non è mai stato
condannato, quindi è un uomo onesto. Ma dimmi un poco, ma tu non ne conosci di
gente che è disonesta, che non è stata mai condannata perché non ci sono le
prove per condannarla, però c'è il grosso sospetto che dovrebbe, quantomeno,
indurre soprattutto i partiti politici a fare grossa pulizia, non soltanto
essere onesti, ma apparire onesti, facendo pulizia al loro interno di tutti
coloro che sono raggiunti comunque da episodi o da fatti inquietanti, anche se
non costituenti reati.

Parole pronunciate da Paolo Borsellino il 26 Gennaio 1989 all'Istituto Tecnico Professionale di Bassano del Grappa.

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