venerdì 5 dicembre 2008

Un libro da rileggere


Le affinità elettive

di J. Wolfgang Goethe


"Non ho mai sentito parlare con tanto entusiasmo, con tanta cautela, come di questo romanzo, e i librai non sono mai stati assaltati in tale maniera: era come essere in una bottega di fornaio, in tempo di carestia". Così, nel 1810, scriveva Marianne von Eybenberg a Goethe. Il successo delle "Affinità elettive" fu in effetti immediato e travolgente, nonostante la sua intrinseca complessità. Il titolo stesso allude a una specularità tra fenomeni fisici e psichici, tra natura e spirito, tanto da far riconoscere nello scambio di attrattive incrociate tra le due coppie del romanzo Eduard-Charlotte e Ottilie-Capitano il comportamento che in natura hanno alcuni elementi di attrarsi reciprocamente e altri di respingersi.


Le affinità elettive sono un fenomeno naturale, che il poeta scienziato conosceva bene per averlo spesso sperimentato… Due elementi chimici, tra loro congiunti, si dividono quando subiscono l'attrazione di due altri elementi, dotati di maggior affinità. Goethe trasporta il fenomeno chimico nel mondo degli affetti umani, e immagina che la straordinaria legge delle affinità si compia anche tra i quattro protagonisti del romanzo...


E' un libro sul matrimonio, sulla morale familiare, sulla violazione delle convenzioni sociali, sulla necessità del sacrificio di chi le viola. L'ineluttabilità del finale tragico rinvia all'idea goethiana che dietro alle passioni degli uomini vi siano solo forze insondabili e beffarde che sfuggono alle ragioni della società e della storia. Le affinità elettive sono una storia tragica: alla tragedia della passione, alla natura trionfante si può opporre solo l'etica della rinuncia laica, la pace inviolabile del tempo e della morte nella cappella gotica dei due amanti.

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