mercoledì 17 dicembre 2008

Morire in nome della legge



"Il decreto non ha bisogno di alcuna ulteriore certificazione di esecutività perchè la legge dice che tutte le volte che un provvedimento giudiziario non è più soggetto ad impugnazione diventa definitivamente esecutivo" Sono le parole del Giudice della prima sezione civile della Corte d'Appello di Milano Filippo Lamanna , colui il quale lo scorso luglio autorizzò con un decreto il papà di Eluana Englaro ad interrompere l'alimentazione e l'idratazione artificiali che da quasi 17 anni tengono in vita la figlia , in coma vegetativo permanente.


Da mesi leggo di Eluana dalle pagine dei giornali, la guardo sorridere in una foto quando era una ragazza come tante altre , piena di sogni , di aspettative, di progetti per il futuro . Mi chiedo cosa avrei fatto io come madre se fosse successo a me ed è una domanda che da mesi mi pongo pur non avendo ancora trovato una risposta. Ma esiste una risposta? E il mio pensiero va al papà di Eluana , a questo padre che chiede di staccare la spina, che chiede con grande dignità di porre fine ad una vita che vita non è, che si fa voce di Eluana, come solo un padre sa fare, per dire che essere attaccati ad una macchina non è vivere , che Eluana avrebbe voluto così. Perchè lei amava la vita, amava il rumore del mare, amava guardare un tramonto, perchè Eluana voleva come tutte le ragazze innamorarsi, ridere , ascoltare una canzone, piangere.

E' così difficile comprendere cosa si agita nel cuore di questo padre? E' così difficile capire che mai nessun genitore vorrebbe prendere questa decisione?

E allora facciamo silenzio, almeno in questo caso, il nostro Paese, dia dimostrazione di maturità. Rispettiamo la decisione di questo padre e di Eluana e da questo caso apriamo una dibattito serio e rispettoso sul testamento biologico, perchè non ci debbano essere altre Eluane sbattute in prima pagina solo per fare audience.











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